Progettare il vigneto in funzione dell’obiettivo enologico

Fabrizio Leoni, direttore del Castello di Magione
La filosofia produttiva di Fabrizio Leoni, direttore dell'azienda agricola Castello di Magione, nella zona Doc dei Colli del Trasimeno

Gode di una storia millenaria l’azienda agricola Castello di Magione, ubicata nella zona Doc Colli del Trasimeno e protagonista di un progetto che parte dal territorio, su un’area che spazia dalle pendici del monte Tezio fino alle sponde del lago e vanta un microclima particolare, unico in Umbria, che contraddistingue i vini per esclusività.

La tradizione vinicola di questa realtà risale alla metà del XXVIII secolo e il fulcro centrale del complesso è il Castello dei Cavalieri di Malta, edificato tra il 1150 e il 1170 come antico hospitium (ricovero) per accogliere e proteggere i pellegrini che percorrevano la via Francigena nei loro viaggi verso Roma, Gerusalemme e Santiago di Compostela.

Sintesi da VVQ 3/2022

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Dal 2006 la proprietà è gestita dalla Società agricola vitivinicola italiana S.Agri.V.It. srl, una delle più grandi realtà agricole nazionali, coordinante 14 aziende storiche dal Nord al Sud del Belpaese.

«Le imprese Sagrivit operano in molteplici settori – spiega Fabrizio Leoni, Direttore del Castello di Magione –: dalla coltivazione di cereali ai frutteti, dal tabacco agli allevamenti di bestiame e alla viticoltura, per un totale di quasi 5.000 ettari di terreni».

«Per questa specifica azienda agricola il nostro principale obiettivo è l’ottenimento di uve sane in campo, le quali, in un secondo momento e con l’ausilio di tecnologie innovative, vengono lavorate all’interno di una cantina posta nel cuore dei vigneti».

«Un’attenta gestione agronomica delle vigne nel rispetto dell’ambiente, tempi brevissimi di raccolta e l’utilizzo di sistemi di refrigerazione e controllo delle temperature in cantina sono le caratteristiche principali di questo articolato progetto, che interessa tutte le fasi della filiera».

Posizionati in una sorta di anfiteatro naturale a ridosso del lago Trasimeno, i vigneti ricadono interamente nella Doc e sono destinati per il 55% ad uve a bacca nera – come Pinot Nero, Merlot, Gamay, Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Canaiolo – e per il restante 45% ad uve a bacca bianca – in prevalenza Grechetto, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Trebbiano

Magione e l'impegno di sviluppare le potenzialità degli autoctoni

Le colline e le pianure che circondano l’azienda sono costituite da suoli di diversa natura particolarmente vocati all’agricoltura, un presupposto ideale per la produzione di vino e olio di alta qualità. Posizionati in una sorta di anfiteatro naturale a ridosso del lago Trasimeno, i vigneti ricadono interamente nella Doc, si estendono a un’altitudine tra i 250 e i 350 metri s.l.m. e sono stati rinnovati con una densità di impianto di 5.000 ceppi per ettaro.

Essi sono destinati per il 55% ad uve a bacca nera – come Pinot Nero, Merlot, Gamay, Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Canaiolo – e per il restante 45% ad uve a bacca bianca – in prevalenza Grechetto, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Trebbiano. I sistemi di allevamento impiegati sono il cordone speronato classico, con il tronco alto 70 cm e tre coppie di fili per il palizzamento verticale della vegetazione, e il Guyot-archetto; la palificazione prevede materiali lignei di pino trattato in autoclave come testate e in ferro zincato per i pali intermedi, posti a 5,6 m di distanza.

«La maggior parte dei nostri vini – dichiara Leoni – sono a base di uvaggi autoctoni, fortemente legati alla tradizione di questa terra e a quel Trasimeno che, stando all’umanista Giannantonio Campano, “produceva un tale vino che poche contrade ne producevano migliori”».

«Tra i nostri intenti c’è quello di sviluppare al meglio le caratteristiche del vitigno autoctono umbro a bacca bianca Grechetto, oltre a quello del Sangiovese; abbiamo poi cultivar internazionali che in questo microclima esprimono la loro massima potenzialità, qualitativa e aromatica».

Serbatoi in acciaio, rimontaggi automatici

Attualmente Castello di Magione produce circa 200.000 bottiglie all’anno – nelle tre tipologie rosso, rosato e bianco –, destinate al canale HoReCa per il 70% e per il 30% alla grande distribuzione organizzata. Le esportazioni si attestano intorno al 60%, raggiungendo Cina, Russia, Germania, Olanda, USA e Canada, ma per il futuro si punta – oltre al raddoppio della produzione nel giro di pochi anni – ad arrivare a un 80% di export sul totale del fatturato.

I pavimenti in ceramica industriale e i fermentatori, in acciaio Aisi 316, consentono il mantenimento di un elevato livello di igiene e pulizia

La nuova cantina di vinificazione, inaugurata nel 2009, si sviluppa su una superficie esterna di oltre 600 mq e su una superficie coperta di circa 2.800 mq su tre livelli collegati da un montacarichi – piano terra, piano interrato e portico. La capacità di vinificazione dell’azienda, dotata di moderne tecnologie di stoccaggio, lavorazione e confezionamento dei vini, si attesta sui 4.000 quintali di uva. Le fasi di lavorazione del prodotto si svolgono principalmente al piano terra – dove avvengono l’approvvigionamento della materia prima, l’imbottigliamento e dove è situato il magazzino di stoccaggio termocondizionato – e al piano interrato, in cui ha luogo la vinificazione senza la necessità di condizionamento; collocato 8 metri sotto la superficie del terreno, infatti, il processo di vinificazione può godere di una temperatura costante.

A Castello di Magione le superfici dei pavimenti sono state realizzate in ceramica industriale e anche i fermentatori, in acciaio Aisi 316, consentono il mantenimento di un elevato livello di igiene e pulizia. Alcuni di questi serbatoi, nello specifico, sono in grado di compiere macerazioni carboniche a freddo con uva intera e rimontaggi automatici sfruttando le pressioni che si vengono a creare durante la fermentazione, il che permette al team di cantina di effettuare lavorazioni ad hoc sui mosti finalizzati alla produzione di vini particolari, quali, ad esempio, il NeroCavalieri, un prodotto a base di Pinot Nero nato in ossequio ai Cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta.

Sintesi da VVQ 3/2022

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Progettare il vigneto in funzione dell’obiettivo enologico - Ultima modifica: 2023-01-16T11:39:22+01:00 da Paola Pagani

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