Non solo rassegna, fiera e business ma anche un "Wine Pride", un momento di orgoglio del vino italiano, nel quale il sistema si è mosso a difesa dei tentativi di demonizzazione di uno dei prodotti simbolo del Paese.
Per questo al Vinitaly 2022 sono stati numerosi gli incontri, i seminari e focus nei quali l'attenzione si soffermata sull'intenzione dell'Europa di introdurre etichette allarmistiche sul vino, ipotesi contro la quale associazioni di categoria e forze politiche si sono compattamente opposte. "Come per il Nutriscore, si tratta di una battaglia importante che ha come obiettivo la tutela di tutti i consumatori e non solo dei produttori”, ha sottolineato il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e forestali Stefano Patuanelli intervenendo al talk organizzato a Verona da Alleanza Cooperative Agroalimentari dal titolo “A tavola? Un bicchier di vino”. All'incontro ha portato il suo contributo anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa che ha evidenziato quanto sia “significativo in una riflessione sul vino che il ministero della Salute lanci messaggi positivi sul consumo di un prodotto che ha anche una valenza strategica nella tutela del territorio”.
Il vino è diverso dalle altre bevande alcoliche
Gli ha fatto eco il prof. Luigi Moio, Presidente OIV, l'Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino, il quale ha voluto innanzitutto sottolineare come per la sua naturalità e per i forti valori storici e culturali che esso trasmette è necessario separare nettamente l'immagine del vino dalle altre bevande alcoliche. "Nel valutare i suoi effetti - ha spiegato - bisogna necessariamente tener conto dell’intero stile di vita delle persone, riflettendo sul fatto che nell’ambito di una vita sana ed equilibrata il suo consumo responsabile, legato ai pasti ed alla convivialità della tavola, è fonte di gioia". Non è per nulla un caso, ha chiosato Moio, che negli ultimi decenni l’immagine del vino sia cresciuta in un modo straordinario in tantissimi Paesi dimostrando la sua vocazione universale.
Differenza fra abuso e consumo moderato e responsabile
«La nostra dieta ci insegna a consumare in modo equilibrato un po' di tutto, senza eccedere», ha aggiunto nel suo intervento il prof. Giorgio Calabrese, Presidente del comitato nazionale della sicurezza alimentare del ministero Salute.
«In effetti, ha prevalso il buon senso perché c’è una profonda differenza fra abuso e consumo moderato e responsabile. Il vino in particolare fa parte della Dieta Mediterranea ma bisogna ricordare che la salute non si tutela demonizzando un settore o un singolo prodotto che è legato alla cultura e allo stile di vita dell’Italia che è leader mondiale di longevità.
L'Oms punta l'indice contro gli abusi
Il talk al Vinitaly si è voluto proporre come un momento di riflessione contro la continua demonizzazione di alcune delle eccellenze agroalimentari italiane: dalla bistecca fiorentina alla pizza, dal latte ai formaggi. E ora al vino. Luca Rigotti, coordinatore settore vitivinicolo dell’Alleanza Cooperative Italiane, ha concluso il dibattito evidenziando come l’OMS punti l’indice contro gli abusi e che quindi, da questo punto di vista, gli obiettivi della Commissione Europea in materia di salute siano condivisibili. «Tutti i consumi eccessivi sono dannosi», ha tenuto a sottolineare Rigotti, ricordando poi come Ippocrate padre della medicina scientifica, affermò che «il vino è cosa straordinariamente appropriata all’uomo se, nella salute come nella malattia, si amministra con giudizio e giusta misura, secondo la costituzione di ciascuno». Il tutto appena 2500 anni fa.
L'attacco al settore prevede altri round nel 2022
Un altro dibattito sul tema vino e salute, a testimonianza dell'attualità e del peso della diatriba, si è tenuto al Vinitaly per iniziativa delle due principali organizzazioni di settore, Federvini e Unione italiana vini (Uiv), animatrici del convegno "La cultura del vino: un modello mediterraneo". Secondo Uiv e Federvini, gli emendamenti al Cancer plan approvati dall’Europarlamento rendono parziale giustizia al mondo del vino e ai suoi consumatori moderati, ma l’attacco al settore prevede altri round nel corso dell’anno, a partire dai piani dell’Organizzazione mondiale della Sanità – al voto a maggio – fino alle iniziative europee su promozione, fiscalità ed etichettatura Nutriscore, in discussione nei prossimi mesi.
La filiera del vino è la proma a contrastare gli abusi
Per il presidente dell’Associazione europea Wine in moderation, Sandro Sartor: “È assolutamente condivisa dal settore la necessità, da parte delle istituzioni pubbliche, di implementare politiche efficaci per contrastare l’abuso di alcol. La filiera del vino lo sta già facendo e moltiplicherà gli sforzi per affermare sempre più il binomio vino-moderazione attraverso iniziative di formazione verso i wine lover, il mondo dell’enoturismo, degli enologi, dei sommelier e della cultura. il vino in Italia non è solo una bevanda alcolica, il suo percepito è parte integrante di un modello mediterraneo che è l’antitesi dell’approccio compulsivo. Un assunto, questo, confermato anche da una recente indagine Eurostat, che indica l'Italia come l’ultimo in Europa, dopo Cipro, per episodi legati al consumo eccessivo di alcol”.
Il mondo del vino continui a mandare messaggi corretti
L'incontro, al quale è intervenuto anche il Ministro Patuanelli, che ha tenuto a ringraziare i parlamentari europei impegnati a sventare la minaccia sul vino, ha visto la presenza anche del sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio e del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, i quali hanno ribadito come il filo conduttore debba essere quello della moderazione e di strategie e messaggi corretti da parte del mondo del vino. Al convegno hanno preso parte anche Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vin, Silvana Hrelia, professore ordinario di Biochimica al Dipartimento di scienze per la qualità della vita dell’Università di Bologna, Elisabetta Bernardi, nutrizionista e biologa, Andrea Poli, direttore scientifico del Nutrition Foundation of Italy (NFI), Francesco Visioli, professore all’Università di Padova ed Ernesto Di Renzo, professore di Discipline antropologiche presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Tor Vergata.