Vino e nativi digitali, serve una comunicazione più smart

I risultati di una ricerca condotta su un campione di 1000 intervistati appartenenti alla Generazione Z presentata a Milano Wine Week, manifestazione in corso fino al 16 ottobre

I giovani hanno il desiderio di maturare consapevolezza intorno al vino ma dichiarano di avere necessità di informazioni meno istituzionali e più “pop”

I giovani, quelli della cosiddetta generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012), apprezzano il vino ma chiedono che vengano raccontato e promosso in modo meno paludato. E' la sintesi di quanto emerge dalla ricerca "Annata 2.0: il vino per i nativi digitali", commissionata ad SWG dal Gruppo Carrefour e presentata nel corso di una tavola rotonda a Milano Wine Week (8-16 ottobre).

I giovani più attenti a materie prime e sostenibilità

Tra i dati che emergono dall'indagine conoscitiva è che brand, prezzo e packaging non sono, per le nuove generazioni, fattori fondamentali per l’indice di gradimento giovanile di un prodotto, più attente a fattori quali le materie prime a Km 0 e la sostenibilità dei processi di produzione e di commercializzazione.

Il vino piace, la comunicazione attuale meno

L’analisi, condotta da Alessandro Scalcon, researchers per SWG, su un campione di 1000 intervistati, mette in evidenza il fatto che i più giovani sono interessati alla conoscenza del vino e del suo mondo ma avvertono una certa distanza dalla comunicazione imperante nel settore.

Servono info meno istituzionali e più "pop"

I giovani Wine Lovers hanno dunque desiderio di maturare consapevolezza sul tema e ma dichiarano di avere necessità di informazioni meno istituzionali e più “pop”. La richiesta è pertanto quella di adottare nuovi storytelling, non soltanto nella forma ma anche nella scelta dei contenuti.

Tavola rotonda moderata da un dj e vignaiolo

"Il vino è parte integrante della cultura e va trasferita ai giovani, per questo ci deve essere una rivoluzione, bisogna svecchiarsi": ha spiegato Bruno Moro, direttore merci di Carrefour Italia che ha aperto la tavola rotonda moderata da Francesco Quarna, dj di Radio Deejay e vignaiolo.

Avvicinare i giovani al vino in modo più smart

"La comunicazione troppo autoreferenziale, troppo b2b, troppo elitaria non funziona più", è stata la posizione della produttrice abruzzese Viviana Velenosi riportata da Adnkronos. "Bisogna che le cantine - ha proseguito - si attrezzino per avvicinarsi ai giovani in modo più smart".

Il ventenne vuole conoscere di più ciò che compra

Antonio Capaldo, presidente di Feudi San Gregorio, si è detto "non stupito che i giovani vogliano tornare alle radici in un’era di globalizzazione. Il vino è figlio del territorio: il ventenne vuole conoscere ciò che compra e quando acquista vino vuole qualcosa in cambio e questo legame con il territorio lo appaga".

Storytelling più freschi e più ricca di contenuti

"Veicolare un messaggio con i valori del vino ma in un modo più comprensibile è ormai un obbligo. Noi siamo convinti che una comunicazione più fresca, unita all'approfondimento dei temi più sensibili, siano fondamentali": è stata la conclusione di Lorenzo Cafissi, responsabile Vino Carrefour Italia.

Vino e nativi digitali, serve una comunicazione più smart - Ultima modifica: 2022-10-13T21:39:45+02:00 da Gilberto Santucci

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