La vendemmia 2024 vede un incremento del raccolto dell’8% rispetto all’annata precedente ma maltempo e siccità pesano sul Vigneto Italia, tenendo, secondo le prime stime, la produzione di vino tra i 41 e 42 milioni di ettolitri, ben al di sotto della media degli ultimi anni. È il risultato dell’indagine Coldiretti/Centro studi Divulga sull’andamento del settore vitivinicolo, presentata in vista del G7 dell’Agricoltura ad Ortigia.
Piogge e alluvioni al Nord, siccità al Sud: il maltempo segna la vendemmia 2024
Una vendemmia 2024 ormai entrata nel vivo e che continua a vedere l’Italia spaccata in due sul fronte del maltempo.
Al Nord il maltempo, con le intense piogge e le grandinate di primavera e inizio estate, ha messo a dura prova il lavoro dei viticoltori costringendoli – rileva Coldiretti – a numerosi interventi per la difesa fitosanitaria dei vigneti, soprattutto per quelli biologici. Per Marche ed Emilia Romagna la situazione è da oggi pesantissima a causa delle recentissime esondazioni: drammatica la situazione fra il territorio romagnolo e la provincia di Bologna, nuovamente devastati dopo l’alluvione del 2023. Le piogge torrenziali hanno causato smottamenti, rendendo anche le strade rurali impraticabili, con alcune aziende agricole isolate. Nel Ravennate e nel Faentino l’acqua ha sommerso i terreni coltivati a cereali e ortaggi e inondato i frutteti di pere e mele, ma non ha risparmiato neppure i vigneti dove la vendemmia non è arrivata neppure alla metà. Ma danni si registrano anche nel Bolognese.vContrariamente a quanto accaduto al Sud, la vendemmia è iniziata con un ritardo di 10/15 giorni rispetto allo scorso anno e se ne prevede la conclusione per metà-fine ottobre con le uve più tardive (cabernet/ nebbiolo/raboso) e nelle zone più alte di collina (Valtellina).
Al Centro Sud la vendemmia, invece, andrà avanti fino alla prima decade di novembre, con la raccolta delle uve a maturazione tardiva (Aglianico) nelle aree interne e alto collinari (Irpinia). In queste aree la situazione è leggermente migliorata rispetto allo scorso anno, caratterizzato da attacchi di peronospora, ma i viticoltori hanno dovuto comunque fare i conti con la siccità, in particolare nel basso Adriatico (Sud Abruzzo/Molise/Puglia) o ancora a Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La perdurante mancanza di pioggia ha portato a forti cali di produzione, specie dove non è stato possibile procedere a irrigazioni di soccorso. Siccità e caldo record hanno portato anche a un anticipo della vendemmia, scattata addirittura nella seconda metà di luglio in Sicilia.
Qualità da buona a ottima, ma costi di produzione lievitati
Fortunatamente la qualità attesa mediamente va dal buono al molto buono/ottimo per le aree che hanno avuto un decorso climatico positivo.
Non a caso secondo un’indagine Divulga-Ixè il 76% dei produttori si attende che la qualità della prossima vendemmia sia superiore alle annate passate. In particolare, per il 57% degli imprenditori intervistati la vendemmia 2024 sarà di buona qualità mentre per il 19% addirittura ottima. Il segno di come i viticoltori italiani siano stati capaci di mettere in atto tecniche colturali idonee a garantire un adeguato livello qualitativo anche in presenza di anomalie meteorologiche. Un fattore che – evidenzia Coldiretti - ha inciso anche sui costi di produzione, riducendo i margini e la redditività delle aziende che stanno avendo molte difficoltà anche a mantenere gli impegni rispetto alle misure di settore (ristrutturazione e riconversione vigneti, investimenti e promozione), con il rischio concreto di perdere preziose risorse del bilancio comunitario.
Le richieste alle istituzioni
Da qui la richiesta di Coldiretti alle istituzioni comunitarie e nazionali di strategie concrete per il settore, a partire da finanziamenti per ricerca e investimenti volti a contrastare e mitigare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici, con un ruolo centrale ricoperto dalle Tecniche di evoluzione assistita e l’Agricoltura di precisione.
Tra le proposte avanzate dalla Consulta vitivinicola della Coldiretti anche una maggiore flessibilità nella gestione delle autorizzazioni al reimpianto allungandone la durata, delle risorse comunitarie destinate al settore, ad esempio con la possibilità di trasferire al bilancio successivo una percentuale delle risorse, l’istituzione di un fondo straordinario nazionale per le emergenze, misure di semplificazione burocratica e la possibilità di aprire alla promozione del vino e dei territori vitati con l’enoturismo anche all’interno dell’Ue. Secondo le stime di Coldiretti, l’enoturismo è un settore in rapida ascesa tanto che nel 2024 è stato superato il record delle sei milioni di notti trascorse l’anno precedente tra le vigne, con l’obiettivo di vivere esperienze nel mondo del vino in strutture agrituristiche, bed&breakfast e case vacanza.