
Meno solfiti nei vini biologici. La proposta è stata rilanciata da Italia Bio nell’ambito di BiodiVino 2025, la 19a edizione della rassegna enologica dedicata ai prodotti biologici e biodinamici - che ha preso il via il 16 maggio a Monreale in provincia di Palermo. Una proposta che, appoggiata dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino, riscuote anche l’interesse dell’Assessorato regionale all’Agricoltura.
Attualmente nei vini bio la quantità massima di solfiti ammessa è di 100 mg/l per i rossi secchi e 150 mg/l per i bianchi e rosati secchi. “Ma la tecnologia e le conoscenze, secondo gli esperti, sono già abbastanza mature per potere imporre una riduzione del limite massimo di SO2 (anidride solforosa) nei processi enologici del vino bio”, afferma il presidente di Italia Bio Lillo Alaimo Di Loro.
La proposta di ridurre il limite massimo previsto dalla normativa europea è stata affidata a Italia Bio anche dai produttori incontrati nel corso dei diversi incontri che Italia Bio, in preparazione della rassegna BiodVino 2025, ha realizzato in Sicilia (Favara-Ag), Puglia (Copertino-LE) e Lombardia (Fortunago-PV).
L’evento rientra nel progetto “Bio-ConvItalia - Biologico Conviviale Italiano”, finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e gode del patrocinio dell’Accademia nazionale della vite e del vino di Firenze.
I pareri di Di Lorenzo e Giardina
A San Martino delle Scale sono una ventina i commissari degustatori invitati da Italia Bio e provenienti sia da numerose regioni italiane sia da altri paesi europei che parteciperanno alle degustazioni e alla valutazione dei vini proposti dalle cantine che hanno aderito all’iniziativa.
A presiedere la Commissione di degustatori l’enologo Gianni Giardina, mentre a presiedere il Comitato scientifico della rassegna, Rosario Di Lorenzo, presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino e docente di viticoltura presso l’Università di Palermo che a proposito della riduzione dei solfiti afferma: “Alla luce di studi e recenti esperienze, è una proposta percorribile, anche se necessita di ulteriori nuove verifiche”. L’enologo Giardina poi aggiunge: “Della possibilità di ridurre il limite dell’anidride solforosa nei vini bio sono convinto da tempo e l’esperienza mi dà ragione: in gran parte dei vini siciliani, anche in quelli convenzionali, il contenuto dei solfiti è di gran lunga inferiore ai limiti stabiliti per legge”.
Il contesto di mercato
“La realtà dei vini non convenzionali è in continua ascesa. Il mercato risponde bene, ma il valore dei vini non convenzionali va oltre perché è basato sul forte valore della biodiversità: in quasi il 75% della superficie vitata italiana (circa 660 mila ettari) si contano ben 80 vitigni. Un vero primato di racconto e di adattabilità del vino italiano, soprattutto biologico, rispetto alle variabili territoriali e ai cambiamenti in atto”, dice il presidente di Italia Bio.