I musei del vino italiani chiamati a fare rete

In Italia ci sono 46 musei del vino e 83 del gusto, un numero superiore ad altri Paesi come Francia e Spagna, ma si tratta di realtà per lo più di piccola e media dimensione

Diego Begalli, Presidente della Fondazione Museo del vino MUVIN
Confronto a Verona promosso dalla Fondazione MUVIN su organizzazione e gestione, servizi ed esperienze per l’educazione, esposizione del patrimonio e strategie di marketing

I Musei del Vino stanno diventando dei luoghi sempre più importanti per la valorizzazione turistica delle aree vitivinicole.
Per questo, ad un anno dalla sua costituzione, la Fondazione Museo del Vino MUVIN ha organizzato a Verona, nella sede della Camera di Commercio, un evento per discutere e mettere in rete conoscenze, esperienze, buone pratiche e progettualità sul ruolo attuale, le innovazioni e le sfide future dei Musei del Vino europei.

Confronto con le realtà di Francia, Spagna e Portogallo

Hanno partecipato alcune fra le più importanti realtà nazionali ed internazionali, quali La Cité des Climats et des Vins de Bourgogne e la Cité du Vin di Bordeaux (Francia), il Museo della Cultura del Vino Vivanco (Spagna) e World of Wine – WOW (Portogallo), l’Enoteca piemontese Castello Grinzane Cavour, il Parco archeologico del Colosseo, MUVIT – Museo del Vino di Torgiano e Museo del vino di Berchidda (Italia).

Quattro le direttrici sulle quali l'Italia deve lavorare

Vino, tradizioni, territori e turismo i quattro temi portanti, che i quattordici relatori, moderati dalla giornalista Angela Frenda, hanno affrontato sotto differenti angoli prospettici: organizzazione e gestione (format, modalità di gestione, proprietà della struttura, indotto e profilo del visitatore), servizi ed esperienze per l’educazione (l’entertainment, l’approfondimento e la condivisione di conoscenze), esposizione del patrimonio (con un focus sulle nuove tecnologie nell’esperienza di visita per coinvolgere, educare, sorprendere), strategie ed azioni di marketing per posizionarsi efficacemente sul mercato ed ingaggiare differenti target di visitatori, sostenibilità del museo e verso il territorio.

Nel Belpaese realtà piccole dimensioni

In Italia vi sono 46 musei del vino e 83 del gusto, un numero superiore ad altri Paesi come Francia e Spagna”, afferma Roberta Garibaldi, presidente del Comitato Scientifico Fondazione. Tuttavia, spesso sono realtà di piccole e medie dimensioni, di proprietà comunale (41% dei musei del vino e 52% del gusto) o di aziende (33% e 24%)".
Una pluralità che ben rappresenta la realtà enoturistica italiana ma che necessita di un lavoro di messa in rete. Fa scuola il progetto partito dalla Francia dove il Ministero della Cultura ha favorito di recente la creazione di una rete europea di Musei del Vino.

Non più solo musei ma hub polifunzionali

L'obiettivo è trasformare i musei del vino da vetrine del patrimonio a spazi polifunzionali.
Conservazione e tutela del patrimonio enologico rimangono centrali nella mission dei Musei del Vino.
Tuttavia, queste funzioni oggi non devono esserer esclusive: queste realtà sono chiamate a  ingaggiare e educare il visitatore e connettere il museo con le aree rurali.

Gaming, escape room e tour immersivi

Nel convegno si è visto come i tradizionali percorsi di visita si stando evolvendo verso tour immersivi ed esperienziali grazie all’uso delle nuove tecnologie e di attività sensoriali, ma anche gaming ed escape room come in Spagna grazie alle proposte di Giant Interactive Maps.

Gli abbinamenti con l'arte, con il cioccolato o con i social

L’esperienza intorno al vino si va arricchendo di altre sfaccettature: Vivanco ha puntato sul binomio arte e vino ed ospita capolavori di arte moderna contemporanea, da Chagall a Warhol; World of Wine - WOW sulla varietà con il Chocolate Story Museum ed il Pink Palace, che strizza l’occhio ai più giovani grazie alla sua instagrammabilità.

Le buone pratiche italiane: a Grinzane e al Colosseo

In Italia, il Castello di Grinzane ha creato un percorso museale nei vigneti mentre il Parco Archeologico del Colosseo offre uno scenario unico dove la viticoltura si fonde con l’archeologia.

I turisti chiedono la presenza della ristorazione

Il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2023 rivela che il 63% degli italiani gradirebbe visitarne uno e trovarvi una pluralità di servizi, in primis ristorazione (indicata dal 69%), degustazioni (64%), possibilità di prenotare le esperienze nelle aziende di produzione (65%) ed acquistare i prodotti tipici (65%).

Musei come elementi di connessione con le aree rurali

Il ruolo dei Musei del vino dovrà essere sempre più in futuro quello di favorire lo sviluppo socio-economico dei territori attraverso la valorizzazione turistica della cultura del vino, rafforzando le connessioni con le aree rurali.

Attrarre un pubblico sempre più eterogeneo

Una sfida complessa, che vede queste realtà dover lavorare per accrescere sempre più la propria attrattività verso un pubblico eterogeneo con esigenze differenti e collaborare con i territori, le aziende e gli altri musei per confrontarsi e trovare soluzioni comuni.

La Fondazione MUVIN al centro del dibattito

"Con questo primo evento scientifico - ha sottolineato Diego Begalli, Presidente della Fondazione Museo del vino MUVIN - la Fondazione Museo del Vino si pone al centro del dibattito internazionale sulla promozione della cultura del vino attraverso l'attività museale".

La partecipazione alla Rete di Great Wine Capitals

"La simultanea presenza a Verona di così importanti testimonianze nazionali ed europee - conclude Begalli - conferma Verona come Hub di riferimento nazionale in questo settore alimentando in modo sinergico il posizionamento acquisito attraverso la partecipazione alla Rete di Great Wine Capitals".

I musei del vino italiani chiamati a fare rete - Ultima modifica: 2023-12-19T20:46:33+01:00 da Gilberto Santucci

1 commento

  1. Ho promosso i vini della Val di Cornia, era il 1980, con l’aiuto di Luigi Veronelli e l’enologo Piero Pittaro. Dopo quattro anni i produttori che producevano il vino anonimo, sono arrivati ad imbottigliare vini IGT e infine le DOC e la DOCG grazie alle iniziative dei Comuni del Comprensorio. Oggi, abbiamo vini di ottimo valore e due cantine prestigiose come Petra e Antinori. Io, nel frattempo ho conservato oggetti (bottiglie come testimonianze), documenti e libri antichi; Diciamo che ho la storia enoica di questa parte della Maremma. Ho proposto di creare un piccolo museo, ma la sensibilità dei produttori e dei Sindaci vengono meno. Peccato, chissà tutto il materiale che ho conservato dove finirà. Grazie

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