“Ho sempre amato il Veneto, da ragazzo pensavo che ci sarei venuto a studiare dopo la maturità, invece ho dovuto iscrivermi a Roma dove infatti mi sono laureato ma il Veneto povero di allora è profondamente cambiato giungendo in breve tempo a superare il triangolo industriale Milano-Torino-Genova e diventare Terra di veri Fuoriclasse; pecca solo nel gioco di squadra. Quando il vostro genio individuale diventerà un genio di squadra – quando ognuno comincerà a lavorare anche per gli altri come fanno i francesi che sono bravissimi nel vino – ma gli italiani lo sono di più, voi veneti che siete sempre stati un esempio e presto sarete di nuovo la locomotiva del Paese, perché ho la sensazione che la ripresa partirà proprio da qui, quando questo succederà, io – che sono autenticamente patriottico – ricomincerò a credere profondamente nel mio Paese”. Trapela commozione sincera dalla voce di Bruno Vespa – favorita dall’inno d’Italia cantato dal tenore Francesco Grollo – mentre con queste parole si rivolge ai numerosi imprenditori presenti al Premio FUORICLASSE, organizzato tra gli alambicchi in rame di Roberto Castagner che in questa edizione 2015 ha voluto estendere l’invito anche ai colleghi del mondo del vino (tra i presenti anche Giacomo Rallo di Donnafugata, Gianluca Bisol, Elvira Bortolomiol, …) tradendo ancora una volta la sua vocazione a fare rete. Roberto Castagner, nell’introdurre il premiato, ne richiama il lato generoso. La solidarietà è notoriamente un tema molto caro al maestro distillatore: “Vespa ha deciso di devolvere la parte in denaro del premio (che comprende una bottiglia in vetro soffiato di Murano con lamina oro contenente preziosa grappa invecchiata 15 anni in barrique di rovere) alla Fondazione Santa Cecilia di Roma per sostenere la cultura, in questo caso la musica classica”. Con la cerimonia di premiazione (giuria unanime, motivazione in allegato) si è dato avvio ad un insolito <Porta a Porta alla rovescia> con Bruno Vespa divertito nella veste di intervistato. L’onere della domanda è toccato ai Fuoriclasse precedenti: Alberto Bauli, Giovanni Rana, Roberto Papetti, Emanuela Di Centa, Riccardo Illy, Red Canzian. Il privilegio di ascoltare le risposte è andato a tutta la platea composta da oltre 250 attentissimi astanti che hanno potuto cogliere la profonda cultura ma anche l’eleganza di Vespa nel glissare le questioni più scomode con arguzia esemplare. Una serata durante la quale anche i più scettici hanno potuto apprezzare la statura professionale e umana di un gigante della comunicazione qual è lo storico conduttore di Porta a Porta, capace di rapire i presenti con aneddoti vissuti in prima persona. Come quando, fresco di nomina come direttore del TG1 – venne invitato a intervistare Saddam Hussein alla vigilia della seconda guerra in Iraq (grave errore dell’occidente aver disarmato il suo esercito che ora milita nelle file dell’Isis) o come quando lasciò la Libia alla vigila dei primi attacchi (la guerra in Libia venne avviata dalla Francia di Sarkozy per interesse petroliferi – afferma Vespa – è incredibile come la decisione di un solo uomo oggi riesca a condizionare l’intera umanità). E poi il cinema: Vespa racconta di quando Woody Allen gli propose di girare una scena a Porta a Porta, ma “a Benigni gli venne un colpo”, rifiutò di parteciparvi e il regista dovette annullare la scena. Con Manuela Di Centa affronta il ruolo delle donne capaci di condizionare il costume del nostro paese talvolta da più di vista: politico, sociale e … sportivo. A Bauli, che chiede una previsione sugli scenari politici ed economici, Vespa risponde rivolgendosi direttamente ai tanti imprenditori presenti “finché non avremo una burocrazia normale e una giustizia normale, non riuscirete a pareggiare con gli altri paesi. Ma se ci riusciremo, e io sono ottimista, sarà solo grazie a voi imprenditori”. Vespa glissa la domanda di Papetti che vorrebbe una classifica di buoni e cattivi tra i suoi tanti ospiti ma risponde che ci vorrebbe ‘un CEPU per i politici’ perché gli attuali “sembrano a disagio quando faccio riferimenti storici”. Ricorda di un Bossi straordinario (prima del colpo di testa della secessione); promuove Renzi come politico brillante, per le riforme (avviate in verità da Berlusconi che però non riuscì ad attuarle); e conclude con un ironico “Alessandra Moretti chi” ? “Il grande vino italiano nasce negli anni ‘80 grazie allo scandalo del metanolo – ribatte a Riccardo Illy che interpella il Vespa produttore – da quel momento in poi si sono fatti strada i nostri grandi vini. E tornando alle sue due grandi passioni, musica classica e vino: “Invidio i grandi artisti che possono emozionare il mondo attraverso il linguaggio universale della musica. Mi conforta pensare che una bottiglia del mio vino possa essere aperta contemporaneamente a New York, a Berlino o a Shanghai offrendo a gente di culture diverse, in angoli del mondo disparati, la stessa emozione”. Anna Fendi – Fuoriclasse 2013 – alla quale Vespa dedica un capitolo del suo ultimo libro sulle donne, siede sul palco con Tiziana Stefanel durante la presentazione di “Donne d’Italia”, opera dove include un ritratto della veneta Tina Anselmi. Fendi confida come la madre invitasse le cinque figlie ad essere come delle dita di una mano “sempre unite per riuscire nella vita”. “Castagner è un grande del nostro tempo – scrive Vespa dedicandogli il libro prima di congedarsi – Ha innovato il mondo della grappa facendola diventare un prodotto in grado di reggere il confronto con i più grandi distillati internazionali e ora merita di conquistare il mondo come prodotto di eccellenza del made in Italy, così come si è saputo fare con la moda”.
CASTAGNER premia un grande Vespa nell’insolito ruolo di intervistato in un “Porta a Porta alla rovescia”
Bruno Vespa FUORICLASSE 2015
Conquistati gli imprenditori veneti