I kit prodotti in Svezia e Canada e commercializzati nel Regno Unito, oltre che in rete, per produrre in tempi rapidi e a basso costo famosi vini italiani come Valpolicella, Barolo o Chianti tramite una mistura di mosto in polvere, agenti chimici e trucioli di quercia, non potranno più essere venduti nel territorio della Ue (dove, secondo quanto stimato da Coldiretti, circolerebbero già 20 milioni di bottiglie così ottenute!).
La Commissione europea, durante l’ultima riunione del comitato di gestione dell’OCM unica, ha reso noto di aver informato le delegazioni degli Stati membri di come la produzione o la commercializzazione di vini in kit sia in contrasto con le norme di etichettatura per il settore vitivinicolo stabilite dalle normative europee.
Peraltro, l’istituzione europea ha invitato gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie ad impedire la commercializzazione dei kit in questione e a tutelare la salute dei consumatori. In particolare, sono state contattate le autorità italiane e britanniche affinché si adoperino per proibire immediatamente la commercializzazione di tali prodotti e mettano in pratica tutti i provvedimenti necessari a prevenire qualsiasi utilizzo illecito dei marchi Dop e Igp.