![Vigneto_Tecnologia](https://static.tecnichenuove.it/vigneviniequalita/2025/02/Vigneto_Tecnologia-696x554.jpg)
Negli ultimi decenni, l’aumento delle temperature globali ha avuto impatti significativi sulla fenologia della vite, sulla resa, sull’accumulo di zuccheri nell'uva e sui tempi di raccolta. Lo stress termico può alterare la fisiologia della pianta, modificando le caratteristiche delle bacche e compromettendo la qualità e la tipicità dei vini.
Uno studio condotto da Reta e colleghi esplora le strategie per migliorare la gestione della chioma della vite e i sistemi di allevamento, con un focus particolare sugli ambienti aridi. L’analisi considera il contributo delle nuove tecnologie, tra cui intelligenza artificiale (IA), droni (UAV) e apprendimento automatico. In particolare, lo studio si propone di:
- valutare criticamente l’efficacia di diverse tecniche di gestione della chioma nel modulare il microclima, l’intercettazione della luce e l’efficienza nell’uso dell’acqua, al fine di migliorare resa e qualità dell’uva;
- analizzare l’effetto della combinazione tra metodi tradizionali e strumenti avanzati di agricoltura di precisione (sensori, droni, intelligenza artificiale, ecc.) per il monitoraggio in tempo reale e gli interventi mirati.
Secondo i risultati della ricerca, l’integrazione di metodi tradizionali di gestione della chioma con specifiche tecniche di allevamento può migliorare significativamente le prestazioni della vite nei climi caldi. Strategie come la potatura invernale tardiva, l’applicazione di nanoparticelle antitraspiranti, l’uso di reti per ridurre la radiazione solare, l’adozione di sistemi di allevamento adatti ai climi caldi e il diradamento selettivo di grappoli e foglie contribuiscono a mitigare gli effetti delle alte temperature, limitare la perdita d’acqua, ridurre l’eccessiva esposizione alla luce e favorire la circolazione dell’aria.
Parallelamente, la viticoltura contemporanea dispone di nuove tecnologie che, se integrate ai metodi tradizionali di gestione della chioma, offrono un valido supporto per monitorare lo stato della vite e ottimizzare gli interventi. Tra queste troviamo:
- l’impiego di droni e sensori avanzati per monitorare la salute delle viti e rilevare precocemente segni di stress idrico;
- algoritmi di apprendimento automatico in grado di analizzare le immagini delle piante per ottimizzare potatura, diradamento e irrigazione;
- l’uso di sistemi agrivoltaici, che consentono un’ombreggiatura selettiva delle piante.
Secondo gli Autori, la combinazione di pratiche tradizionali e innovazioni tecnologiche rappresenta la strategia più efficace per migliorare la resa e la qualità delle uve nei climi caldi, come quelli del bacino del Mediterraneo. Sebbene siano stati compiuti significativi progressi nell’adattamento delle pratiche di gestione della chioma alle nuove condizioni climatiche, la continua evoluzione dello scenario richiede ricerca costante, innovazione attenta e, soprattutto, la riscoperta delle pratiche tradizionali locali. È fondamentale promuovere l’adozione e la condivisione delle conoscenze tra scienziati, viticoltori e vinificatori per affrontare al meglio le sfide del cambiamento climatico.
Kidanemaryam Reta, Yishai Netzer, Naftali Lazarovitch, Aaron Fait. “Canopy management practices in warm environment vineyards to improve grape yield and quality in a changing climate. A review A vademecum to vine canopy management under the challenge of global warming” (2025) Scientia Horticulturae, Vol- 341 ISSN 0304-4238. Disponibile qui