Il comparto del biologico in Corea del Sud rappresenta un mercato cui guardare con grande attenzione viste le buone prospettive che riguardano le referenze bio di origine italiana, tra cui il vino, con il 41% dei consumatori che si dichiara intenzionato ad aumentarne il consumo nei prossimi 2-3 anni.
Inoltre, il 68% degli intervistati si dichiara soddisfatto della qualità dei prodotti made in Italy e un ulteriore 53% valuta positivamente la presenza e la varietà dei nostri prodotti presso la ristorazione locale.
Sono alcune delle evidenze emerse dalla survey originale sui consumatori della Corea del Sud presentata recentemente in occasione del forum ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio.
Il consumatore di prodotti bio in Corea del Sud
I trend salutistici e una maggiore attenzione all’ambiente sono i fattori chiave che indirizzano la scelta dei prodotti bio da parte dei consumatori sud coreani: 1 su 4 sceglie i prodotti alimentari da mettere nel carrello in base al loro effetto su salute e ambiente e complessivamente l’11% fa la spesa guardando al marchio.
Negli ultimi 2-3 anni il 51% degli intervistati ha aumentato in generale il budget dedicato alla spesa alimentare e il 53% è disposto a pagare di più per acquistare prodotti che fanno bene alla salute. In un contesto di maggiore consapevolezza verso i prodotti sani si inserisce anche il consumo dei prodotti biologici, che nell’ultimo anno sono stati acquistati dal 40% delle famiglie di Seul. Il bio viene scelto soprattutto perché è più sicuro per la salute (65% dei rispondenti) o perché possiede migliori proprietà nutrizionali (38%) ed è garanzia di qualità (37%).
Dall’indagine di Nomisma emerge come 1 coreano su 3 abbia consumato almeno un prodotto italiano nell’ultimo anno; il 22% ha invece acquistato almeno un prodotto italiano a marchio bio con una preferenza che è ricaduta su formaggi, olio EVO, conserve e passate.
Tra le leve da attivare per accrescere il consumo dei prodotti bio Italiani vi è quella di un maggior assortimento dei prodotti presso la grande distribuzione con una maggiore visibilità del prodotto a scaffale. Nello specifico, dall’indagine emerge come il 47% dei consumatori coreani sarebbe pronto ad acquistare un nuovo prodotto Bio Made in Italy se lo trovasse presso i punti vendita abituali, mentre un ulteriore 28% lo comprerebbe se avesse un brand conosciuto o se fosse funzionale per la propria salute.
Italia top quality per formaggi, pasta e vino
Formaggi e pasta sono senza dubbio i prodotti dove il potenziale dei prodotti italiani a marchio bio è più elevato.
Al terzo posto il vino, un prodotto cui sono interessati circa 4 consumatori su 10 che dichiarano di averlo provato almeno una volta nell’ultimo anno, ma che vede una crescita del +77% in termini di valore negli ultimi 20 anni. Secondo il consumatore coreano l’Italia è al secondo posto – dopo la Francia – tra i Paesi che producono i vini di maggiore qualità. Un posizionamento nel percepito che porta in alto l’interesse per i nostri vini biologici consumati ad oggi solo dal 19% degli user di vino, persone che appartengono prevalentemente al ceto più alto della società. Tra i fattori motivanti per accrescere il consumo di vino a marchio bio al primo posto si trova la leva del prezzo che secondo i consumatori dovrebbe essere più accessibile (56%), o soggetta a offerte e promozioni (44%). Per favorire i consumi potrebbe essere interessante proporre esperienze e tasting nei negozi che frequentano abitualmente (31%), ma anche un ampliamento dell’offerta a scaffale presso la Gdo (24%) e per la ristorazione locale (20%).