Trattori di ogni epoca in esposizione e in azione durante l'evento svoltosi nel cuneese. Un viaggio attraverso la storia della meccanizzazione agraria
Quasi 300 trattori hanno dato vita a un'esposizione da record in occasione dell'ASI Tractor Show 2024, svoltosi dal 14 al 16 giugno nella vasta area dell'ex stazione ferroviaria di Moretta, in provincia di Cuneo. L'evento, organizzato dall'Automotoclub Storico Italiano con la sua Commissione Macchine Agricole e con la preziosa collaborazione dell'Associazione Trattori e Trattoristi, ha visto la straordinaria partecipazione di
Un viaggio nella meccanizzazione agraria di ieri e di oggi
ASI Tractor Show è stato un omaggio alla dedizione e al lavoro degli agricoltori e un viaggio emozionante attraverso l’evoluzione della meccanizzazione agricola nel corso dei decenni. Il pubblico ha avuto l’opportunità unica di ammirare una vasta gamma di esemplari di ogni epoca. Dalle macchine a vapore di fine ‘800 ai maestosi modelli del dopoguerra, fino ad arrivare ai mezzi di ampia diffusione negli anni ’60 con il loro fondamentale contributo al grande sviluppo agricolo negli anni del boom economico. Ogni singola macchina ha raccontato una storia affascinante di innovazione e progresso.
La storia di un'azienda locale
Il programma di ASI Tractor Show 2024 ha previsto la ricca esposizione statica e alcuni momenti dinamici con la sfilata che ha attraversato il centro di Moretta con una cinquantina di esemplari e l’accensione di trattori e locomobili a vapore con la rievocazione degli antichi mestieri.
Una tematica particolare ha messo in risalto un costruttore piemontese, le Officine Meccaniche Fonderie Fratelli Gambino di Chieri (TO). L'avvio di questa attività risale agli anni '70 del 1800 con la produzione di ruote; immediatamente si distinse per la versatilità, l’inventiva e l’abilità che avrebbe caratterizzato l’intero operato di una famiglia artigiana capace di eseguire col ferro qualunque genere di lavoro. Già nei primi anni, Gabriele e Gaetano Gambino affiancarono ai carri la creazione di attrezzi agricoli in metallo e in legno. Intorno al 1890 prese il via la fabbricazione dei torchi, gli strumenti ai quali più d’ogni altro sarà legata la fama dell’azienda.
Un successivo allargamento della fabbrica avvenne nel 1947. All’interno dell’edificio trova spazio una locomobile in grado di far funzionare gli impianti nonostante la penuria di elettricità e carburante del secondo dopoguerra. Oltre alle macchine costruite in proprio, i Gambino si dotarono di un gran numero di trebbiatrici e imballatrici, inizialmente funzionanti con rudimentali locomobili a legna e segatura, in seguito con motori a olio che vanno avanti con qualunque brodaglia, prima trainate dagli animali da tiro, poi dai trattori. Nei mesi estivi questi mezzi venivano affidati ai lavoratori stagionali per passare di cascina in cascina a svolgere le attività richieste dal mondo contadino: è una pratica antesignana del moderno contoterzismo, essenziale in epoche di quasi totale manualità nelle operazioni agricole.
Un altro settore che diede fama alla ditta fu quello dei trattori. Fra la fine degli anni '30 e l'inizio dei '50, i Gambino costruirono una ventina di esemplari. Il primo venne fabbricato ispirandosi a un modello Lanz 15-30 portato a riparare nell’officina; per costruirlo vennero usati pezzi di recupero, realizzando in proprio stampi in legno per le fusioni in ghisa delle parti meccaniche e adattando le ruote degli ormai obsoleti camion Fiat 18 BL. Pur nel loro essere artigianali, col tempo i trattori vennero dotati di un meccanismo che, facendo salire di giri il motore andava incontro alla richiesta di maggiore potenza per le macchine agricole cui erano collegati. Ad oggi sono censiti sette trattori Gambino e cinque di questi sono stati esposti all'ASI Tractor Show.