Lo scorso 14 marzo il CdA del Consorzio Tutela Vini dell’Oltrepò Pavese ha eletto all’unanimità Francesca Seralvo, alla guida di Tenuta Mazzolino da nove anni. Una Presidenza ancora in linea femminile: Francesca succede infatti a Gilda Fugazza.
Nel segno dell'unità
Indubbia soddisfazione, gratitudine e desiderio di fare, nell’interesse dell’Oltrepò e dei suoi produttori: «È per me un grande onore l’elezione a Presidente del Consorzio», sono state le prime parole della Presidente. «Desidero ringraziare per la fiducia che mi è stata accordata. Guardiamo con ottimismo ai prossimi tre anni, durante i quali ci impegneremo per promuovere un lavoro costruttivo e sinergico, mantenendo sempre aperto un dialogo quotidiano con tutti gli attori coinvolti. Il nostro obiettivo primario è quello di costruire insieme un percorso di valorizzazione del nostro meraviglioso territorio, che porti benefici e opportunità a tutti. Porteremo avanti proposte e iniziative che puntino sempre all’eccellenza».
Alla vicepresidenza sono stati eletti Renato Guarini (Losito e Guarini Srl per la categoria imbottigliatori), Cristian Calatroni (Calatroni di Calatroni Cristian per la categoria viticoltori) e Massimo Barbieri (Torrevilla Vit. Associati Soc. Coop Agr. per la categoria vinificatori).
Dalle aule del tribunale alla cantina
Francesca Seralvo ama i luoghi dove è nata e sente su di sé la responsabilità di tenere alto il livello qualitativo dei vini del territorio e favorire la valorizzazione delle sue Denominazioni: è cresciuta nella tenuta di famiglia a Corvino San Quirico, nel Casteggiano, nel cuore dell’Oltrepò Pavese. Si tratta della Tenuta Mazzolino, fondata dal nonno Enrico Braggio agli inizi degli anni Ottanta: Francesca, avvocato, sceglie di tornare a casa lasciando la libera professione e occupandosi in prima persona della cantina, di cui è alla guida da nove anni, avendo ricevuto il testimone dalla madre Sandra. Crede nel potenziale straordinario dell’Oltrepò e intende muoversi con l’obiettivo di valorizzare un territorio che ha margini di crescita in tutte le singole Denominazioni.
La terra del Pinot nero
Tra i più importanti distretti spumantistici del nostro Paese, l’Oltrepò considera ormai il Pinot nero come un vitigno realmente nativo, in grado di esprimere il terroir distintivo dei diversi areali in cui viene allevato. Il Metodo Classico rientra tra le produzioni di punta per la sua qualità e autenticità, ed arriva a rappresentare una vera eccellenza del territorio. Abbiamo chiesto a Francesca Seralvo quali siano i punti di forza e, al tempo stesso, le criticità di un territorio che, in termini di ettolitri, rappresenta oltre il 60% della produzione vitivinicola lombarda e la terza area produttiva mondiale di Pinot nero: con i suoi 440 chilometri di colline e circa 13.000 ettari a Denominazione (sono ben 7 le Denominazioni presenti), l’Oltrepò Pavese rappresenta un patrimonio per l’enologia nazionale e internazionale: «Trai punti di forza del territorio di competenza del Consorzio vi sono la ricchezza del suo terroir, la tradizione vitivinicola, l’importante produzione e l’impegno di realtà piccole e medie», precisa Francesca Seralvo.
Trovare la chiave del dialogo
«I numerosi produttori del territorio sono sicuramente un valore aggiunto in termini di confronto, contributo di idee e sinergie da mettere in campo, ma, ovviamente, al tempo stesso non sempre è facile dialogare con tanti attori in gioco. Sono tuttavia dell’idea che ci sia spazio per tutti là dove esiste la volontà di mettere in atto un piano condiviso di valorizzazione che porta vantaggi a tutti. Il mio obiettivo è quello di crescere insieme».
Sintesi dell'intervista a Francesca Seralvo realizzata da Sara Missaglia.
L'intervista completa nel numero 4/2024 (giugno) di VVQ.