L’assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini Etna DOC ha deciso all’unanimità di avviare l’iter per ottenere il riconoscimento della DOCG per l’intera denominazione etnea, nata nel 1968, la prima della regione Sicilia e tra le prime nate in Italia.
I cambiamenti all'attuale disciplinare di produzione
Il passaggio dalla DOC alla DOCG comporterà alcuni cambiamenti all’attuale disciplinare di produzione.
Per quanto riguarda la tipologia Spumante, verrà aggiunta la possibilità di utilizzare la varietà Carricante, oltre a quella già presente, ovvero il Nerello Mascalese.
Sarà inoltre possibile produrre la versione Pas Dosé.
Le 133 Contrade potrebbero aumentare
La resa della tipologia Etna Rosso con Unità Geografica Aggiuntiva verrà diminuita, mentre il numero delle Contrade – attualmente 133, riconosciute a partire dal 2011 e legalmente equiparate a Unità Geografiche Aggiuntive – aumenterà a seguito della richiesta di produttori presenti in aree ancora non delimitate in contrade.
Possibile indicare il nome di uno dei 20 comuni dell'area
Nel futuro disciplinare DOCG, infine, sarà possibile indicare come Unita Geografica aggiuntiva il nome di uno dei venti comuni se le uve provengono interamente da quel territorio.
Non cambieranno, invece, i confini complessivi della denominazione etnea.
Quasi sei milioni le bottiglie prodotte nel 2022
Nel 2022 gli ettari vitati rivendicati sono stati 1.291, suddivisi tra 442 viticoltori.
La produzione, sempre nel 2022, è stata di 43.651 ettolitri rivendicati a DOC Etna, pari a 5.820.145 di bottiglie.
Iter avviato ma serviranno almeno due anni
L’iter potrebbe durare circa due anni. Prima sarà necessaria la presentazione della richiesta alla Regione Siciliana.
Successivamente entrerà in gioco il Comitato nazionale vini DOP e IGP, organo del Ministero dell’agricoltura.
"Legittimazione di un prestigio già riconosciuto"
I produttori della denominazione aspirano a che venga legittimato, anche attraverso il raggiungimento del gradino più alto della piramide del sistema delle certificazioni di denominazione, il prestigio che ormai il mercato ha riconosciuto ai vini dell'Etna.
"Rendere la produzione ancora più distintiva"
“Le modifiche che verranno apportate al nuovo disciplinare - commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC - ci consentiranno di aumentare ulteriormente il livello qualitativo dei vini e di fornire ai consumatori elementi che rendono la produzione ancor più distintiva".
La Denominazione "del vulcano" gode di buona salute
“Siamo una denominazione in salute - spiega Cambria - molto attenta a difendere la specificità della propria viticoltura, caratterizzata da un patrimonio di vitigni autoctoni allevati all’interno di un territorio unico come quello rappresentato dal vulcano attivo più alto d’Europa”.