A partire dall’8 dicembre 2023 diventerà operativo il Regolamento europeo n.2021/2117, che obbliga le aziende vinicole a fornire ai consumatori l’elenco degli ingredienti e degli allergeni (come i solfiti) e la dichiarazione nutrizionale di ogni vino (anche aromatizzato) messo in commercio.
Come far stare tutte queste informazioni su un’etichetta (magari piccola e d’artista), senza rovinare l’estetica della bottiglia? Ricorrendo a un poco impattante (ma molto efficiente) QR Code. Una soluzione smart, ma finora poco utilizzata, visto che è presente solo sul 20% delle oltre 5.000 etichette di vino digitalizzate grazie a Immagino – la soluzione di GS1 Italy Servizi che crea il gemello digitale di un prodotto fisico – e in molti casi non è attivo oppure fornisce un numero limitato di informazioni (perlopiù le istruzioni per lo smaltimento del packaging).
Ma ci si aspetta che lo scenario cambi rapidamente grazie all’entrata in vigore del Regolamento europeo n.2021/2117, con i suoi aumentati obblighi informativi a carico dei produttori vinicoli. Un obbligo di legge che farà da volano alla diffusione del QR Code, come quello che propone Brindo, il servizio di etichettatura digitale sviluppato per il settore vinicolo da GS1 Italy Servizi, la società nata per supportare l’adozione delle soluzioni GS1 Italy.
Brindo è un portale web con cui le aziende vinicole possono condividere con i consumatori tutte le informazioni relative a ogni singola bottiglia. Su questo portale ogni vino ha una pagina dedicata, a cui i consumatori possono accedere in modo semplice e immediato, scansionando un QR Code apposto sull’etichetta del vino. Il “segreto” di questo QR Code è che contiene un GS1 Digital Link, lo standard univoco globale realizzato da GS1 che permette a consumatori e operatori di accedere in ogni momento e istantaneamente a tutti i tipi di informazioni sul prodotto, sempre aggiornate e complete: dalle indicazioni obbligatorie, a quelle ambientali, fino ai consigli d’uso e le normative.
Ma Brindo è anche molto di più. L’etichettatura digitale del vino è solo il primo step del percorso di digital brand content management che GS1 Italy Servizi mette a disposizione delle aziende vinicole. Con Brindo possono infatti fornire al consumatore tutte quelle informazioni, sempre più spesso ricercate ma ancora difficili da trovare, relative all’azienda – come le certificazioni ottenute e le azioni sul fronte della sostenibilità della produzione oppure sito web e canali social, cui rimanda solo il 7% delle etichette vendute in GDO – e al prodotto come, ad esempio, consigli sulla temperatura di servizio ideale (presenti solo sul 58% delle bottiglie vendute in GDO) e sugli abbinamenti gastronomici suggeriti (50% circa), informazioni sulla sostenibilità del prodotto (14%) e indicazioni sulla riciclabilità del packaging (20,8%).
Brindo permette di raccogliere e veicolare queste comunicazioni commerciali e di marketing in sezioni distinte da quelle obbligatorie, così come prevede la legge, e anche di condividere immagini fotografiche di qualità assicurando al contempo l’identificazione corretta dei prodotti nel mondo digitale. Il tutto senza dover sviluppare (e mantenere) un sito o delle pagine dedicate e senza dover adottare soluzioni proprietarie basate su QR Code non strutturati.
«Brindo è una soluzione perfetta per un settore come quello vinicolo, dove il digitale non è ancora molto sviluppato e diffuso – spiega Federico Mittersteiner, Operation Manager GS1 Italy Servizi -. Infatti, Brindo è veloce, facile da gestire, poco costoso da implementare e molto sicuro, perché tutte le informazioni che fornisce sono validate dall’azienda titolare del prodotto. Inoltre, offre un’esperienza ottimizzata e user-friendly ai consumatori, perché permette di accedere subito a informazioni di prodotto certificate senza dover installare alcuna app».