Brunello Cucinelli, quando i vigneti sono bellezza

Il "re del cashmere" diventerà un nuovo protagonista nel mondo del vino?

Parco Agrario: vista centrale della vigna e sullo sfondo la cantina, preceduta dalla statua di Dioniso-Bacco
All'interno dei 100 ettari del parco agrario di Solomeo, voluto dall'imprenditore per ridare identità al paesaggio, anche viti di Sangiovese, Montepulciano, Merlot e Cabernet Sauvignon dalle quali è attesa una produzione di assoluta eccellenza

Nel mondo del vino la notizia è passata quasi sotto silenzio ma il fatto che Brunello Cucinelli, il "re del cashmere", imprenditore illuminato conosciuto in tutto il pianeta, abbia iniziato ad interessarsi di vigneti ed enologia, è di quelle da salutare con un brindisi.

Brunello Cucinelli

A destare interesse, per il momento, più che l'estensione degli impianti, meno di 10 ettari, o le varietà utilizzate, Sangiovese, Montepulciano, Merlot e Cabernet Sauvignon, è la caratura del personaggio, profeta del capitalismo umanistico e promotore di iniziative sempre all'insegna dell'eccellenza, non solo nei prodotti ma anche nella qualità della vita.

Vigneti protagonisti del "Progetto per la Bellezza"

E i vigneti si inseriscono in questo quadro e in un più articolato "Progetto per la Bellezza" avviato più di dieci anni fa dalla famiglia Cucinelli con l'obiettivo di realizzare un parco per la rinascita degli spazi naturali nella valle sottostante a Solomeo, il borgo nel quale ha sede l'azienda.

Il progetto è stato completato nel 2018 e si estende oggi su un’area di circa cento ettari, divisi in tre settori: il parco industriale, che comprende la nuova sede dell’azienda armonicamente inserita in un vasto giardino, il parco-oratorio immerso in sei ettari e dotato di un piccolo stadio aperto; ed infine il parco agrario, un'area caratterizzata da frutteti e da terreni coltivati a grano, erba medica, girasole, con un vivaio, un’area naturalistica, un oliveto con il frantoio e, dulcis in fundo, una vigna con cantina incastonata.

Sette ettari vitati e quattro varietà tradizionali

L'iniziativa è una storia diversa dalle altre, più che un semplice investimento o innamoramento, dentro il quale ci sono sette ettari vitati, a Sangiovese, Montepulciano, Merlot e Cabernet Sauvignon, coltivati con l’obiettivo di portare in cantina, dopo una selezione severa, uve perfette, da cui si vuole dar vita ad un vino di grande qualità e capacità di invecchiamento. L'impianto delle vigne si è ispirato a modelli di giardino tardo rinascimentali; in particolare, con le due rotonde incoronate da cipressi, si rifà al parterre della villa medicea della Petraia a Firenze.

La cantina interamente in pietra e la scultura di Bacco

In fondo al terreno dove si estende la vigna, sorge la cantina e dinanzi alla sua facciata si staglia la scultura di Bacco, a simboleggiare - si legge nel sito aziendale - l’origine greca del rapporto tra uomo e paesaggio. L’esterno della cantina è interamente a pietra, e all’interno lo spazio è progettato per diffondere quel senso di sacralità che tanto la storia pagana che quella cristiana attribuiscono alla vite e alla terra. L'ambiente e la bellezza come fattore produttivo grazie alla corretta pianificazione e progettazione di “paesaggi identitari”.

Riserbo sulla prossima produzione enologica

Di vino è ancora presto per parlarne, quasi per non distogliere dal tema principale della Bellezza, di cui i vigneti sono importanti co-protagonisti in quanto da secoli elementi distintivi pregiati del panorama umbro. La prima vendemmia era stata prevista per il 2018, con l'obiettivo di arrivare sul mercato nel 2022. Indiscrezioni di stampa hanno parlato di una sola etichetta, almeno per ora, con bottiglie di vino provenienti da un unico passaggio in legni nuovi e di pregio assoluto. A sovraintendere all'attività ci sarebbe Riccardo Cotarella, il più affermato dei winemaker italiani.

Ambiente, paesaggio e vini nel nome di Cucinelli

Sugli aspetti enologici, come detto, per ora vige ancora il silenzio, ma la valenza del progetto ambientale e paesaggistico disegnato con i vigneti da una parte e il nome di Brunello Cucinelli dall'altra, sono sufficienti da soli per destare interesse. La riconnessione di uno dei più importanti imprenditori della moda italiana alla terra e alle sue coltivazioni tradizionali potrebbe produrre frutti positivi per l'intero ecosistema viti-vinicolo e dell'enoturismo, soprattutto se l'imprenditore saprà trasmettere nel settore lo stesso estro e capacità di innovazione e comunicazione che ne hanno decretato il successo planetario.

Bilancio 2021 con ricavi per 712 milioni di euro

Il gruppo Brunello Cucinelli ha chiuso l’esercizio 2021 con ricavi a 712,2 milioni, in aumento del 30,9% sull’anno della pandemia della pandemia e del 17,2% rispetto all’esercizio pre Covid. L’ebitda è più che raddoppiato rispetto al 2020 a 193,3 milioni; l’utile netto è stato di 56,3 milioni. "Immaginiamo nel 2022 una crescita intorno al 12% – si legge in una nota dell’azienda - il riequilibrio della marginalità ai nostri livelli di normalità pre-pandemia, e un ulteriore miglioramento dell’indebitamento finanziario netto, confermando importanti investimenti, in linea con la progettazione pluriennale come avvenuto nel 2021. Con altrettanta fiducia attendiamo una crescita equilibrata nel 2023 intorno al 10%".

Brunello Cucinelli, quando i vigneti sono bellezza - Ultima modifica: 2022-05-17T23:59:41+02:00 da Gilberto Santucci

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