Nel futuro la fattoria vitivinicola italiana dovrà investire sul rispetto dell’ambiente, un parametro percepito dal consumatore alla pari del prezzo e dell’origine. Intanto l’azienda vitivinicola ideale italiana si estende su una superficie di 180 ettari, di quali 90 a vigneto di cui 20 ettari dedicati ai vitigni a bacca rossa. La densità di impianto è di 6.660 viti per ettaro e coltiva soprattutto vitigni autoctoni con la missione di produrre vini di alto livello qualitativo. Produce oltre 1 milione di bottiglie all’anno destinate in gran parte all’esportazione. E’ di proprietà del viticoltore che gestisce l’azienda che ha alle spalle generazioni di attività nonostante abbia subito nel corso del tempo notevoli trasformazioni; allo stato attuale innovazione e tradizione caratterizzano la farm che è iscritta al Consorzio di Denominazione e possiede un proprio marchio. E’ questo in sintesi, l’identikit dell’azienda vitivinicola ideale secondo quanto emerge dal report del Centro Studi del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali (Conaf) presentato nel Padiglione World Association of Agronomists della Fattoria Globale ad Expo 2015, una delle case history sui luoghi di produzione di cibo nel mondo (570 milioni di fattorie mappate nel mondo). “Possiamo definirla ideale – spiega Andrea Sisti, presidente CONAF e participant director WAAforEXPO – perché riesce a coniugare i principali indicatori della “fattoria globale” che abbiamo portato ad Expo: ovvero la sostenibilità e produttività; ma anche lo sviluppo e l’identità locale; la biodiversità ed il miglioramento genetico; senza tralasciare gli aspetti della responsabilità sociale e la cultura progettuale che è presente e ben visibile nel settore vitivinicolo in Italia”. La fattoria vitivinicola individuata dagli Agronomi è dotata di una cantina moderna, efficiente e tecnologica: impiega il freddo in vinificazione, controlla in maniera informatizzata la qualità per mantenerla costante nel tempo ed adotta sistemi automatizzati di gestione per ottenere un risparmio energetico e ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive. L’affinamento dei vini avviene sia in botti di acciaio inox sia in legno: la cantina infatti è dotata di oltre 300 barrique (225 litri) di rovere francese e 70 tonneau (500 litri), con caratteristiche organolettiche diverse. La tipic Farm investe notevolmente in marketing e pubblicità sia dei prodotti finali che dell’azienda stessa e vanta molti riconoscimenti Igt, Doc e Docg. Inoltre attrezzata con un’enoteca ed un punto vendita che rientrano nei circuiti italiani dell’enoturismo. La fattoria vitivinicola italiana è un modello per l’agricoltura dell’intera area mediterranea. Oltre a produzioni di eccellenza, apprezzati nel mondo, la viticoltura rappresenta un’attività di tutela e rivalutazione del territorio rurale, che unisce e concretizza identità e potenzialità economiche. La sostenibilità – prosegue il report del Centro Studi Conaf – come valore per il mercato del vino: nel prossimo futuro i consumatori considereranno il fattore ecologico come uno dei parametri principali per scegliere un vino, attribuendo al concetto di rispetto per l’ambiente un’importanza simile al prezzo, alla varietà e all’origine. Il vino italiano in numeri – Vale oltre 3 miliardi di euro di export il vino italiano nel mondo, con una quota di mercato del 18% (seconda dietro alla Francia); con una superficie vitata di circa 765 mila ettari e con una produzione annua di oltre 520 milioni di ettolitri. 34 Docg, 320 Doc e 123 Igt; sono 383 mila le aziende vitivinicole presenti in Italia.
Un milione di bottiglie prodotte, punta su innovazione e marketing e ha una cantina per degustazioni
Ecco l’identikit della fattoria vitivinicola italiana “ideale”
Nel futuro il fattore “ecologico” conterà come prezzo e origine