Talvolta il trattamento più costoso per le tasche dell’agricoltore è proprio quello non effettuato. Pensando al valore economico del prodotto finito, il vino, la muffa grigia può infatti causare perdite quali-quantitative e deprezzamenti commerciali stimabili nell’ordine di alcune migliaia di euro per ogni ettaro di vite non protetto. Per queste ragioni il rapporto costi/benefici dei trattamenti contro la botrite si mostra sempre favorevole sia per la coltura, sia per il reddito dei viticoltori. A patto ovviamente di utilizzare il prodotto giusto.
SWITCH è l'antibotritico di Syngenta a base di cyprodinil e fludioxonil, due sostanze attive altamente complementari per meccanismo d'azione e comportamento nei tessuti vegetali. Applicato nelle fasi chiave per la botrite SWITCH assicura uve sane e vini di qualità rappresentando la soluzione ideale anche in un'ottica di prevenzione delle resistenze. In campo SWITCH mostra elevata efficacia e costanza nei risultati anche grazie alla spiccata resistenza al dilavamento. Inoltre, l’azione combinata di copertura, citotropica e di vapore garantisce l’omogenea distribuzione del prodotto sugli organi trattati, senza lasciare varchi al patogeno. Registrato anche su aspergilli e penicilli, ovvero i marciumi secondari, SWITCH beneficia di un adeguato profilo tossicologico, ambientale e residuale, come pure di residui armonizzati a livello globale. SWITCH va applicato tra le fasi d’invaiatura e di maturazione alla dose di 80 g/hl per un numero massimo di due volte all'anno. Il primo trattamento va posizionato in pre-chiusura grappolo, ovvero nella fase di maggiore sensibilità verso la malattia. Eventualmente, può essere effettuato un secondo trattamento, sempre alle medesime dosi, nel periodo che intercorre fra la fase di invaiatura e quella di pre-raccolta.
Il trattamento più costoso è quello non effettuato
Botrite della vite: come risparmiare trattando
SWITCH, l'antibotritico di Syngenta a base di cyprodinil e fludioxonil