La Direttiva Europea 2009/128/CE ha introdotto il quadro di riferimento per un'azione congiunta a favore dell'uso sostenibile degli agrofarmaci, richiedendo agli Stati membri di attuare politiche nazionali per ridurne l'uso e l'impatto. In Francia, nel 2008, il governo ha istituito il piano Ecophyto con l'obiettivo di ridurre l’uso di agrofarmaci del 50% entro il 2025. Il piano prevede il finanziamento della ricerca sulle alternative ai prodotti fitosanitari e il sostegno agli agricoltori per l'attuazione di misure volte a realizzare questa transizione.
Una di queste iniziative è la rete DEPHY FERME. Lanciata nel 2010, essa è composta da circa 250 gruppi, che riuniscono da 10 a 12 agricoltori ciascuno, provenienti da una determinata area e settore agricolo (seminativi, vigneti, etc) e tutti impegnati a ridurre il consumo di input. La rete viticola comprende 550 vigneti situati in ognuna delle principali regioni vitivinicole del Paese.
Il lavoro di Nefti e colleghi esplora l'evoluzione dell'uso sostenibile degli agrofarmaci all'interno di questa rete su un periodo di ben 10 anni, nonché l'impatto associato sui parametri ambientali ed economici dei vigneti.
Sono state adottate diverse tecniche per ridurre l’impiego di prodotti fitosanitari. Ad esempio:
- per ridurre l’uso di fungicidi sono stati impiegati strumenti per regolare la data del primo trattamento o le dosi applicate: dosi ridotte, monitoraggio dei vigneti, tecniche e attrezzature di irrorazione mirata o sistemi di supporto alle decisioni. Inoltre, sono state introdotte pratiche preventive volte a ridurre la sensibilità della vite alle malattie come diradamento della chioma, l’utilizzo di agenti protettivi alternativi (ad esempio, biocontrollo e stimolatori naturali delle difese), rimozione dell'inoculo. Solo raramente è stato scelto l’impianto di varietà resistenti;
- per ridurre l'uso di insetticidi, la strategia dominante è stata cercare di ottenere una maggiore efficienza nell’applicazione degli input, ad esempio applicando i trattamenti quando i focolai di parassiti erano confermati da ispezioni dei vigneti, l’uso di tecniche e attrezzature di irrorazione ottimizzate, l’uso di confusione sessuale e l’uso di agenti di protezione alternativi, come il biocontrollo o l'argilla caolinica;
- per il controllo delle erbe infestanti, le tecniche di gran lunga più comuni nella rete sono risultate essere il diserbo meccanico e la lavorazione del terreno, la falciatura e l'aratura, le colture di copertura seminate o spontanee.
In generale, è stato osservato un calo significativo (23-28% in media, con punte fino al 34%) dell'uso complessivo di agrofarmaci nei vigneti monitorati, con una maggiore adozione di pratiche alternative come il biocontrollo, la riduzione delle dosi applicate e l'uso di tecniche di coltivazione biologiche. Queste riduzioni hanno riguardato tutti i tipi di prodotti chimici, ovvero fungicidi, insetticidi ed erbicidi, escluso il biocontrollo.
Nonostante i risultati della rete forniscano solide basi per avviare una riduzione significativa degli agrofarmaci, essi evidenziano anche diverse limitazioni. Ad esempio, è stato osservato che le aziende con bassi tassi di input iniziali hanno avuto difficoltà a ridurre ulteriormente i loro tassi di impiego. In generale, per raggiungere obiettivi più ambiziosi e, quindi, riduzioni maggiori sarebbe necessario un maggiore impegno nella riprogettazione dei sistemi colturali. Ad esempio, la diversificazione delle colture, la potatura alternativa e la resistenza varietale sono misure raramente implementate dai viticoltori, poiché tali pratiche comportano una trasformazione radicale del sistema produttivo ma potrebbero contribuire al raggiungimento di risultati più consistenti.
Nefti, O., Chartier, N., Merot, A., Peyrard, T., & Delière, L. (2024). “To what extent can a phase-out of pesticides in viticulture be achieved? Learning from the efforts of a large farm network after 10 years”. OENO One, 58(2). Disponibile qui