Federico e Martina Grigoletti rappresentano il futuro dell’omonima azienda vitivinicola di Nomi (Tn) nella Vallagarina. Quinta generazione di questa dinastia famigliare, i due giovani hanno appena concluso il loro percorso scolastico e si apprestano a portare la loro carica d’inventiva in azienda.
Abbonati al 100 e lode
Un percorso in cui hanno entrambi hanno dimostrato di esser abbonati al 100 e lode. Federico ha infatti conseguito il massimo dei voti in Viticoltura ed Enologia e si era diplomato sempre con lode al corso per enotecnici della Fondazione Edmund Mach,
Martina alla maturità ha ottenuto il 100 e lode all’Istituto Fontana di Rovereto dove ha frequentato il corso di Relazioni internazionali per il Marketing. Ora è candidata alla nomina di Alfiere del Lavoro 23 che premia i 25 migliori studenti italiani.
Federico ha appena ottenuto il premio da Union Europèenne des Gourmets Italia come miglior studente dell’Istituto Agrario di San Michele con borsa di studio Luigi Togn voluta dalle figlie a ricordo del loro padre, già membro dell’Union. Ora è studente di chimica all’Università di Padova.
Il ricambio generazionale è il nodo più delicato per l’agricoltura italiana. In Trentino le cose vanno un po’ meglio, visto che sono molti i giovani che decidono di rimanere in agricoltura, soprattutto in viticoltura.
L’incognita climate change
Come vedono, da giovani, il futuro del vino?
Il futuro del vino – rispondono Federivo e Martina- è condizionato per i vignaioli dalla sfida del cambiamento climatico e dall’impegno per raggiungere l’importante obiettivo della sostenibilità, declinata sia dal punto di vista ambientale, che sociale ed economico. Parallelamente, occorrerà essere sempre più attenti all’aspetto della comunicazione, dato che il cliente pretende sempre più infomazioni puntuali ed è attento a tematiche di salubrità del prodotto e salvaguardia dell’ambiente.
Avete delle idee per fare crescere l’azienda vitivinicola di famiglia?
La nostra Azienda già possiede delle solide basi date dai nostri genitori e nonni, che con il loro lavoro e la loro passione hanno contribuito a creare un progetto credibile e già ampliato a più riprese.
Ma questo non vuol dire che noi non vogliamo dare un concreto contributo di crescita, nella direzione di consolidare ciò di cui già disponiamo, rafforzando il legame con il nostro territorio della Vallagarina, ponendo sempre più attenzione verso la produzione di vini che sposino le condizioni pedoclimatiche del territorio in cui lavoriamo, e viviamo, nel rispetto della filosofia di un’impresa famigliare che punta alla qualità in ogni fase del processo.
Punteremo a far conoscere la nostra identità anche nei nuovi mercati esteri, grazie alla preparazione linguistica ed economica che abbiamo potuto approfondire, rafforzando il riconoscimento del brand sia direttamente in azienda che utilizzando i mezzi web e social.
Tra i progetti c’è quello dell’ampliamento dell’azienda?
Considerato che la dimensione della nostra azienda vitivinicola è oggi di circa sei ettari, e considerato che tutte le lavorazioni nel vigneto devono essere fatte manualmente, quindi con un lavoro molto impegnativo, non riteniamo che ci sia la necessità di accrescere la superficie, bensì di focalizzarci su una gestione più oculata e quindi ancora più sostenibile.
Sostenibilità e innovazione
La sostenibilità è un processo che richiede un continuo miglioramento, come intendete operare?
Per creare una filiera sostenibile occorre partire dal vigneto, ponendo attenzione alle esigenze di ciascuna vite, attraverso una gestione di precisione del vigneto. La nostra fortuna è quella di fare vino utilizzando la nostra uva, curando personalmente ogni passaggio della filiera e riuscendo quindi a capire al meglio dove e come intervenire, nell’ottica di rispettare il più possibile l’ecosistema della Vallagarina.
Una delle scommesse per il futuro sarà quella della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale che è crescita proprio durante il vostro percorso scolastico.
La digitalizzazione può sicuramente contribuire nel capire come gestire al meglio i vari passaggi della filiera produttiva, sia per quanto riguarda il vigneto che le lavorazioni di cantina. L’intelligenza artificiale può aprire nuovi orizzonti, per ora tutti da inventare in vigneto.
La formazione di tutti e due ma particolarmente di Martina con il corso sulle relazioni internazionali e il marketing vi può agevolare nella ricerca di nuovi mercati con soluzioni innovative?
Stiamo già utilizzando i social media per mostrare alle persone ciò che quotidianamente facciamo in vigneto e in cantina e in futuro potremo implementarne l’utilizzo come strumenti di indagine del cliente, per capire al meglio le esigenze di ciascuno e offrire un servizio sempre più tailored.
Il mercato però sta velocemente cambiando, soprattutto all’estero, sotto la spinta di nuove esigenze economiche, sociali e anche sanitarie. Cosa ne pensate ad esempio dei vini dealcolati?
I vini low alcohol sono sicuramente un’opportunità, tuttavia, secondo la nostra filosofia produttiva, si tratta in primo luogo di vino, una bevanda la cui identità è stata forgiata nel corso di millenni di storia, con tradizioni che i nostri genitori hanno acquisito dai nostri nonni e che noi abbiamo intenzione di portare avanti con rispetto e passione.