Con oltre 1 milione e mezzo di quintali di uva conferiti annualmente, negli ultimi 5 anni e un livello record raggiunto nel 2013 oltrepassando 1.700.000 quintali di prodotto, Cantine Intesa è una delle realtà cooperative di primo grado più grandi d'Europa.
Un progetto giovane, che affonda le sue radici nel recente passato e nel territorio. La struttura attuale si crea a partire dal 1999, dall'aggregazione di varie realtà cooperative già presenti, come ad esempio la PAF con stabilimenti a Faenza, Modigliana e Cotignola, il Vincooper con stabilimenti a Lugo, Bagnacavallo e Fusignano, e la Cantina Sociale di Russi e Godo, la più antica, con stabilimenti a Russi e Mezzano. A questi centri di vinificazione si aggiungono alcuni centri di ritiro, per favorire il conferimento dell’uva da parte degli associati. Successivamente...
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(approfondimenti a cura dell'Autore)
Le ricadute positive del Progetto Qualità
“L'impegno, soprattutto a livello agronomico, ha aiutato a dare coscienza all'agricoltore - spiega Aldo Pezzi - del fatto che i suggerimenti dati portano ad un riscontro effettivo nei risultati e nella qualità del prodotto. Abbiamo dimostrato agli agricoltori che questo sforzo paga: con la ricerca delle zone più adatte ad ogni vitigno, con le tecniche di impianto con i sesti più fitti che nel passato e con le giuste esposizioni, e poi con la gestione delle operazioni colturali dalla potatura alla raccolta, anche nella nostra regione, che non era universalmente conosciuta per la qualità dei vini come altre zone, si possono ottenere risultati di qualità”.
A questa nuova concezione del rapporto con la produzione in vigneto hanno concorso anche gli incontri periodici di formazione tecnica che Cantine Intesa organizza per i propri soci e il sistema di retribuzione delle uve, premiante per chi aderisce e si attiene ai disciplinari del Progetto Qualità.
Il mercato dello sfuso: l'Italia secondo esportatore a livello mondiale
Con 37 milioni di ettolitri corrispondenti al 14% della produzione mondiale e al 39% degli scambi internazionali, il mercato del vino sfuso è andato negli ultimi anni crescendo progressivamente, con un incremento nei volumi di vino scambiati che dal 2005 al 2011 sono aumentati del 61% e che ha visto soltanto una lieve flessione a causa delle minori produzioni (soprattuto nei paesi europei) nella stagione 2012.
Questi i dati presentati da Federico Castellucci, ex Direttore Generale dell'OIV, in occasione del World Bulk Wine Exhibition, gli stati generali di importatori ed esportatori di vino sfuso, tenutisi ad Amsterdam nel novembre 2013. A capo della classifica dei Paesi esportatori si trova la Spagna, seguita dall'Italia (6,6 milioni di ettolitri destinati principalmente ai mercati tedesco, ungherese e francese) e dall'Australia.