Il peso del tappo sull’impronta di carbonio di una bottiglia di vino è assolutamente minoritario, circa l’1% del totale. Eppure proprio sulle chiusure si sono concentrate campagne di informazione mirate ad evidenziare la caratteristica verde di ognuna. Nomacorc, come leader mondiale delle chiusure sintetiche, in questo contesto può vantare risultati incredibili, grazie allo studio di soluzioni sempre meno impattanti e alla assoluta riciclabilità delle proprie chiusure. L’azienda statunitense sottolinea come il calcolo dell’impronta di carbonio vada realizzato in forma completa, a cominciare dalle bottiglie rovinate da difetti causati dalle chiusure, che per quelle naturali si aggirano tra il 3 e il 5% del totale. Si è calcolato poi che per produrre ogni bottiglia di vino vengono consumati circa 26 litri di acqua, di questi però soltanto una goccia è impiegata per un tappo Nomacorc. L’azienda statunitense ha poi, negli ultimi tre anni, ridotto il consumo energetico complessivo dell’8% e l'impronta di carbonio sui materiali di 3,6 grammi di CO2 per tappo. Nel 2008, Nomacorc ha iniziato a impiegare il 60% di energie rinnovabili per alimentare il proprio impianto europeo e a ridurre i trasporti inquinanti. Infine un punto fondamentale per la sostenibilità, ovvero il riciclo dei prodotti, che per i tappi sintetici Nomacorc , in quanto monomateriali, è completo e facile grazie al codice numero 4 delle materie plastiche. I tappi in sughero possono essere riciclati solo tramite apposite campagne dedicate (altrimenti vanno considerati rifiuti indifferenziati) mentre i tappi tecnici e in micro-agglomerato essendo composti da colle e polveri di legno o sughero sono rifiuti indifferenziati e come tali vanno a incrementare le discariche.
Soluzioni sempre meno impattanti e chiusure assolutamente riciclabili
Nomacorc punta alla sostenibilità totale
Ridotti anche il consumo energetico complessivo e l'impronta di carbonio