Garanzia, sicurezza, qualità, innovazione. Sono le quattro parole chiave per cui i produttori italiani da Nord a Sud scelgono per i loro vini le soluzioni di chiusura Vinventions. E diventano testimonial con Vino.tv, che con Chiara Giannotti, ha intervistato dieci realtà tra le più dinamiche del panorama enologico nazionale. Le interviste video, per un mese, animeranno le pagine social di Vinventions, facendo scoprire in dettaglio quali sono le motivazioni che portano le cantine italiane a investire in ricerca e a concludere il percorso di produzione con la scelta di un tappo Vinventions.
Si parte con la testimonianza del Barone Francesco Ricasoli della tenuta Ricasoli in Toscana: “Con queste chiusure – ha detto nell’intervista già disponibile online - noi abbiamo la garanzia di proteggere i nostri vini. Poi ci sono delle limitazioni dovute per esempio ai disciplinari delle nostre denominazioni, come nel Chianti Classico che obbliga noi produttori ad usare esclusivamente il sughero naturale. Spero che nel futuro sia una cosa che possa cambiare perché la conoscenza, la tecnologia, la sperimentazione portano a delle maggiori sicurezze. Mi farò portavoce nel consiglio d' amministrazione del Consorzio per innovare anche sul fronte delle chiusure”.
Marco Mascellani, enologo di Leone de Castris, ha aggiunto: “Abbiamo scelto di usare i tappi alternativi su bianchi rosati e su rossi non necessariamente giovani, ma anche che hanno una certa evoluzione, proprio perché su quei vini abbiamo necessità di avere certezza che ogni bottiglia sia identica all'altra”.
Spostandoci in Sicilia, da Donnafugata, l’enologo Pietro Russo spiega: “Ci riteniamo soddisfatti per la possibilità di adattare le diverse permeabilità ai diversi stili di vino. Stiamo sperimentando anche nei vini importanti, per studiare la tenuta nel tempo e i risultati sono interessanti”.
Dal Veneto è Matilde Poggi, titolare di Le Fraghe, a sottolineare: “Da dieci anni faccio ricerca perché credo che per la mia tipologia di vino, quindi vini molto freschi, eleganti e molto fruttati, ci sia bisogno di un tappo capace di preservare queste caratteristiche più a lungo possibile. Del sughero non ero più tanto contenta. E devo dire che questo tappo tecnico nuovo di Nomacorc rappresenta veramente una grande soluzione. Mi è piaciuto anche molto il messaggio di sostenibilità ambientale, adatto ad un'azienda come la mia che ha scelto la certificazione biologica”.
“Credo che i tappi a base vegetale – aggiunge Mamete Prevostini dalla Lombardia – siano quelli che rispondono meglio alle necessità dei produttori e sono convinto che in futuro con la ricerca e la tecnologia che avanza si avranno risultati sempre migliori. Anche i produttori si renderanno conto che è una strada da percorrere, perché tante volte si fa un grande lavoro in vigna, una grande attenzione in cantina e poi sarebbe un peccato rovinare tutto utilizzando dei tappi che influiscono sulla qualità finale del vino”.
In Valle d'Aosta Raffaele Crotta, enologo di Les Cretes, dichiara: “Per noi è molto importante poter decidere tra una gamma di diverse permeabilità all'ossigeno, adattando la chiusura ai nostri prodotti. In questo le soluzioni Vinventions sono una garanzia”. Scendendo in Piemonte, nell'azienda di Elio Perrone, parola a Stefano Perrone: “Abbandoniamo il mito che il tappo alternativo è collegato solamente a vini di bassa qualità o solamente per la grande distribuzione. Ormai vengono accettati e anche accolti positivamente da ristoratori di un certo livello perché sono vini di alto livello”.
Dal Trentino è Mario Pojer di Pojer & Sandri ad affermare: “Nomacorc ci ha dato una mano perché abbiamo una sicurezza nel tempo, ma soprattutto una costanza. Ogni bottiglia è uguale all'altra. Non possiamo permetterci di avere lo stesso vino imbottigliato nello stesso momento e trovare che una bottiglia è fantastica e una è mediocre o ossidata. Col sughero – sottolinea – il 50% delle bottiglie era a posto, ma l’altra metà troppo spesso no”.
“Abbiamo circa 30 tipologia di etichette e abbiamo scelto Nomacorc – ha confermato Gianluca Zaccagnini - perché ci garantisce la qualità totale al 100 per cento. Sfatiamo il mito del fatto che il tappo alternativo non permette al vino di respirare o di evolversi in bottiglia. Al contrario. L'importante è avere un progetto e crederci, ma anche saper comunicare. La maggior parte dei mercati esteri dà sempre un feedback molto positivo sulle chiusure dei nostri vini”.
Andrea Deiana delle Cantine di Dolianova, in Sardegna, ha risposto a Chiara Giannotti dicendo: “Cercavamo un tappo che non desse problemi, garantendo omogeneità all'interno del cartone di tutte le bottiglie, anche e soprattutto nella gestione dell'ossigeno in bottiglia. Con Nomacorc abbiamo trovato la risposta alla somma di queste nostre esigenze”.
I video vengono pubblicati sulle pagine ufficiali Facebook di Vinventions Italia e Vino.TV.