Macrowine, il Congresso Internazionale biennale che si è svolto dal 27 al 30 giugno 2016 a Nyon (Svizzera), organizzato dalla scuola di Changins (Viticulture and Enology), in collaborazione con HES-SO University of Applied Sciences and Arts, al fine di presentare e discutere le soluzioni innovative emerse nel settore viticolo-enologico, ha visto la partecipazione di oltre 100 ricercatori provenienti da tutto il mondo con oltre 200 poster presentati.
Maria Paissoni, dottoranda del Disafa (Università di Torino), e Luca Rolle, professore del DISAFA-Università di Torino, sono intervenuti relativamente al poster dal tema Effetti dei trattamenti in post raccolta con ozono sui composti fenolici delle bucce e sulla loro estraibilità in vinificazione presentando risultati veramente interessanti in questo ambito di ricerca. Al poster, ha partecipato anche Cristian Carboni, Food Market & Applications Manager De Nora ed esperto nei trattamenti con ozono.
L'ozono, comunemente usato nell'industria alimentare, è stato più recentemente proposto per la sanificazione di uve da vino in fase di appassimento. In questo studio, in particolare, il trattamento post-raccolta con ozono gassoso è stato applicato su uve Barbera e Nebbiolo, al fine di verificare eventuali influenze nell’estrazione di antociani, oligomerici e polimerici flavanoli.
E’ stato dimostrato che i trattamenti con ozono in post raccolta incrementano le rese percentuali di estrazione degli antociani e dei tannini in particolare nelle uve Nebbiolo. “L'uso di ozono in qualità di agente igienizzante, in vitigni a bacca rossa, prima del processo di vinificazione, è quindi una pratica da prendere in considerazione in quanto, oltre ad incrementare il contenuto polifenolico dei vini, può consentire anche di ridurre l’uso di solfiti”, sostiene Luca Rolle, professore del DISAFA-Università di Torino.
Inoltre, diversi poster hanno inoltre riportato risultati interessanti di sperimentazioni riguardanti l’uso dell’ozono come sanificante di ambienti e contenitori enologici, conclude Maria Paissoni, dottoranda del Disafa (Università di Torino).