1.400 i vini in concorso, di cui 1.170 italiani e 230 stranieri (da 10 Paesi): sono i numeri del Concorso Enologico Internazionale "Città del Vino" che si è tenuto dal 12 al 14 maggio a Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, all'interno del programma Inycon - Menfi Città Italiana del Vino 2023.
L'Italia presente con le etichette di 19 regioni
Presenti 19 regioni italiane: la prima è la Sicilia con 121 etichette, seguita dalla Sardegna con 101, quindi Emilia Romagna e Piemonte con 85 vini, Toscana 76 e Lazio 72.
Fra i vini stranieri, la partecipazione maggiore arriva dal Portogallo con 99 vini, Moldova 77 e Brasile 23. Quindi Croazia, Germania, Spagna, Austria, Francia, Lussemburgo e Corea del Sud.
Si punta a privilegiare il legame con il territorio
Il concorso, giunto alla 21esima edizione, si propone di valutare i vini non tanto e non solo dal punto di vista tecnico ma anche per il loro legame con il territorio e per capacità di ribadire il rapporto tra le cantine e i Comuni.
Sindaci e produttori, infatti, sono uniti nella promozione delle proprie eccellenze enologiche e ricevono entrambi i riconoscimenti.
L'iniziativa coinvolge la Rete Europea delle Città del Vino
Al concorso potevano partecipare tutti i vini, purché Dop (Doc e Docg) e Igp ottenuti in Europa nei territori dei Comuni Soci di RECEVIN, la Rete Europea delle Città del Vino, delle Associazioni Nazionali delle Città del Vino e di tutte le comunità a forte vocazione vitivinicola del mondo.
Novità di quest'anno la partnership con Assoenologi
In palio Gran Medaglie d'Oro, Oro e Argento, simbolo per le aziende di un attestato di certificazione della qualità dei loro vini.
Quest'anno la novità è la presenza di Assoenologi come partner tecnico del concorso e dell'associazione italiana delle Città del Vino guidata da Angelo Radica.
Il patrimonio vitivinicolo cultura del territorio
Tra Città del Vino e Assoenologi è in essere un accordo per attuare azioni comuni volte a promuovere il patrimonio vitivinicolo italiano come un particolare aspetto della cultura del territorio, a difendere la biodiversità viticola, i vitigni autoctoni e antichi e le buone pratiche per rendere sempre più sostenibile la coltura della vite e favorire l'enoturismo.