Grignolino, il rosso più antico delle colline piemontesi

Nelle province di Asti e Alessandria, il Grignolino ha trovato habitat ideale grazie a ottime condizioni pedoclimatiche e altri fattori ambientali. I terroir a maggior vocazione sono le terre bianche di natura marnoso-calcarea nei comuni di Vignale, Treville, Olivola, San Giorgio Monferrato, Frassinello e Rosignano Monferrato. Il Grignolino è coltivato anche nel Cuneese e nell’Oltrepò Pavese ed è messo a dimora anche in California. Origina due Doc: Grigolino d‘Asti - 1973 - e Grignolino del Monferrato Casalese - 1974.

I viticoltori della zona del grignolino gestiscono piccole superfici vitate, in genere pochi ettari a testa, ma esistono nella zona Doc anche importanti cooperative con molti soci e ovviamente superfici maggiori.

L’uva

È stata scoperta, di recente, una stretta correlazione tra le uve Grignolino e Nebbiolo. Un’indagine svolta dal CNR sulla genetica dei vitigni del nord Italia ha evidenziato che “il Grignolino è figlio di un genotipo ricostruito, estinto o forse non ancora recuperato, a sua volta figlio del Nebbiolo. Il profilo antocianico delle due uve è molto simile, anche a quello della Freisa (figlia del Nebbiolo e quindi “zia” del Grignolino). Pertanto esiste una parentela stretta tra il Grignolino e il Nebbiolo: i geni del Grignolino arrivano da un vitigno probabilmente scomparso, figlio del Nebbiolo e della Botagera. Il Nebbiolo quindi è il nonno del Grignolino”.

Il vino

Sul piano gustativo è un vino mediamente strutturato, con una buona acidità, quindi fresco e di una certa persistenza, grazie anche alla tannicità, comunque presente e correlata alla presenza di vinaccioli. Se giovane, il Grignolino ricorda all’olfatto descrittori del tipo lampone, fragoline, camberry e in genere piccoli frutti rossi.

Riguardo al consumo è opportuno berlo giovane, onde percepire al massimo la sua “fruttuosità”. Dopo due anni di bottiglia guadagna un po’ in morbidezza e assume sentori diversi, con evidenza di note speziali, tipo pepe rosa e bianco.

La base ampelografica è fissata in un minimo del 90% di grignolino e un massimo del 10% di freisa. Il titolo alcolometrico minimo richiesto dal disciplinare è del 10,50%.

I protagonisti del Grignolino

Filippo Mobrici, presidente Consorzio Tutela Barbera Asti e Vini Monferrato

«Il Grignolino - le cui Doc (Grignolino d'Asti e Piemonte Grignolino) sono tutelate dal Consorzio Barbera d’Asti-Vini del Monferrato - ha fatto segnare nel 2021 una netta e importante tendenza al rialzo (+10% rispetto all’anno precedente) nella tipologia Grignolino d’Asti (1 milione di bottiglie), rispetto al 2020. Una quota analoga è toccata al Piemonte Grignolino, per un totale complessivo di circa due milioni di bottiglie Doc. Riguardo alle superfici, sono circa 320 gli ettari coltivati a Grignolino d’Asti (154 le aziende imbottigliatrici) e una settantina di ettari (120 aziende imbottigliatrici) nella tipologia Grignolino Piemonte per un totale complessivo di circa 400 ettari, distribuiti, in gran parte, nelle province di Asti e Alessandria. Circa il 70% della produzione è destinata al mercato nazionale, con una netta prevalenza dei consumi assestata nel Nord Italia. All’estero il Grignolino ha trovato un’accoglienza superiore alle aspettative, in particolare, sui mercati del Nord Europa (e, ultimamente, anche negli Usa) grazie anche a un restyling di immagine seguita alla riscoperta e valorizzazione dei “Rosati”, tipologia nella quale il Grignolino può inserirsi a pieno titolo. Sono tuttavia in grande ascesa nel gradimento, anche le versioni affinate e invecchiate del Grignolino, che piacciono ai giovani e ai meno giovani, toccando tutte le fasce di età. La riscoperta di questo vino nobile e antico, anche da parte dei giovani - piace moltissimo d’estate il Grignolino offerto in versione “fresca” -, viaggia di pari passo con il grande lavoro di promozione svolta dal Consorzio di Tutela. Siamo riusciti a ridare un’immagine di freschezza e di rinnovato appeal ai nostri Grignolini. E proseguiremo su questa strada, anche con la partecipazione alle più importanti fiere e manifestazioni del settore. Il Grignolino nel corso del 2022 è stato un ottimo protagonista, con le altre 12 Doc e Docg tutelate dal Consorzio, in tutti gli eventi italiani e mondiali dell’enologia di qualità».

"La riscoperta di questo vino nobile e antico, anche da parte dei giovani,viaggia di pari passo con il grande lavoro di promozione svolta dal Consorzio di Tutela"

Claudio Coppo, presidente - Andrea Delponte, enologo
Cantina di San Giorgio Monferrato (Al)

«La cantina cooperativa di San Giorgio Monferrato comprende 80 soci, per un conferimento globale di 3500 quintali di uva suddivisa tra Piemonte Grignolino Doc e Grignolino Monferrato Doc. La vinificazione avviene in serbatoi inox verticali a una temperatura di circa 28 °C. Curiamo, in modo particolare, l’irrorazione del cappello galleggiante, onde avere il massimo di colore e anche dei profumi più complessi. Una particolare selezione di uve di Vignale viene vinificata ancora in vasche di cemento, ritengo sia il miglior Grignolino della nostra cantina».

Beatrice Gaudio, enologo e contitolare
Cantine Gaudio (Vignale Monferrato)

«Da oltre 10 anni assistiamo a una notevole innovazione in molti vigneti del Monferrato: minor resa, miglior gestione della chioma verde, pertanto non occorre sfogliare per avere maggior grado zuccherino. Nella nostra azienda i lavori di potatura secca e verde sono ancora del tutto manuali, anche per limitare il passaggio di mezzi meccanici nei filari e, di conseguenza, rispettare in misura maggiore il suolo delle vigne. Riguardo alla cantina abbiamo quattro tipologie di Grignolino e la selezione delle relative uve avviene sempre in vigna: Bricco Mondalino che si vinifica in acciaio; Gaudio classico; Marboz, un VSQ -Vino Spumante di Qualità - in attesa del riconoscimento a “Metodo Classico”, tipologia “Rosèe”; Monte della Sala che è una riserva conservata prima in tonneaux di secondo passaggio per 18 mesi e in seguito in bottiglia per 6 mesi. Le temperature di vinificazione variano a seconda della qualità dell'uva: da 15 gradi per alcuni serbatoi, sino a 21-22 gradi in altri, onde estrarre maggior colore. La fermentazione si svolge in 2 cicli: il primo dura 7-8 giorni e prevede l’utilizzo di lieviti sia selvaggi, che selezionati; segue la svinatura a circa 8 ° - 9 ° di alcol svolto. In seguito il mosto va in inox, terminando la fermentazione a temperatura controllata. La malolattica avviene di norma in novembre. Se ritarda sino a marzo, vengono utilizzati batteri lattici selezionati. Riguardo al mercato, il 50% è destinato al canale Horeca, il resto va all'estero: Norvegia, Svezia, Danimarca, Svizzera e Stati Uniti d'America».

Gian Luca Roero, vignaiolo - Piero Ballario, enologo
Azienda Agricola Franco Roero (Montegrosso d'Asti, At)

«Abbiamo circa due ettari di Grignolino, più un impianto in fase di allevamento messo a dimora nel 2021. Curiamo in modo particolare la potatura secca che è molto ridotta (8 -9 gemme), mentre quella verde è abbastanza sostenuta, onde evitare la formazione di affastellamenti. Produciamo circa 5-6 grappoli per pianta, con una produzione ad ettaro di circa 70 quintali. Effettuiamo, se necessario, un diradamento ad inizio agosto. Il diserbo da noi è solo meccanico, con lama interceppi per quello sottofila. Per i trattamenti antiparassitari ricorriamo a zolfo e poltiglia bordolese, mentre contro la “tignola” effettuiamo la lotta attraverso la confusione sessuale. Riguardo alla flavescenza dorata aggiungo che il territorio di Montegrosso è abbastanza controllato, con pochi gerbidi incolti. Di fatto lo Scafoideuus non trova il luogo ideale. Cerchiamo di prevenire il mal dell'esca evitando grossi tagli di potatura. Da qualche anno abbiamo iniziato ad utilizzare una nuova tecnica per cercare di salvare le viti colpite dal mal dell’esca: consiste nel capitozzare la vite malata, che in seguito viene aperta per fare in modo che il fungo presente all’interno secchi. Si aspetta quindi l’anno successivo per allevare un pollone da cui ripartirà la pianta. Funziona al 60 - 70%. Riguardo al processo di vinificazione valutiamo ogni anno se lasciare o meno i vinaccioli. Dipende dal livello di maturità: se alla vendemmia sono ben lignificati non è necessario toglierli, mentre, se non sono ben maturi diventa necessario eliminarli, onde evitare cessioni tanniche indesiderate. Effettuiamo la macerazione pre-fermentativa a freddo per favorire la dissoluzione del colore e degli aromi e limitare la cessione dei tannini. Mentre il momento della svinatura è precoce e varia da vendemmia a vendemmia, comunque viene effettuata attorno ai 5-6 ° alcolici, quindi con buoni residui zuccherini. La fermentazione termina in assenza di bucce e sempre a temperatura controllata. I travasi di sfecciatura iniziali sono molto importanti onde evitare deviazioni olfattive. Vengono fatti settimanalmente per i primi 45 giorni successivi alla fine della fermentazione. Il periodo ideale per l’imbottigliamento del Grignolino per noi è il mese di marzo».

Andrea Buzio, enologo e consulente tecnico
Cantina di Casorzo (AT) 

«Vinifichiamo 2000 quintali di uva Grignolino dei nostri associati, che rappresentano circa il 10% del conferimento globale di uva. La cantina di Casorzo è certificata SQNPI, un riconoscimento importante e rigoroso, ormai molto richiesto anche all’estero. Chi aderisce si impegna a una particolare attenzione alla tutela dell’ambiente, limitando fortemente l’utilizzo di prodotti chimici nella gestione del vigneto. Inoltre le rese per ettaro sono mediamente a norma disciplinare, grazie anche a mirati diradamenti estivi. Riguardo all’epoca di raccolta, tipicamente nella seconda metà di settembre, effettuiamo un campionamento a tappeto tra i soci. Oltre ai classici parametri, controlliamo anche maturità fenolica e in base ai dati riscontrati attiviamo un apposito calendario di ritiri. Il processo fermentativo si svolge a temperatura compresa tra 21 ° e 24 °, i rimontaggi si effettuano con una girante fissa ogni due ore, per una massa di circa 400 quintali di uva e per la durata di circa 15 minuti. Otteniamo una razionale irrorazione del cappello di vinaccia che nei nostri processi di vinificazione è sempre galleggiante. Sviniamo con il vino quasi secco - circa 4-5 g/l di zuccheri - e comunque con una macerazione minima di almeno otto giorni; non risultano per quest’uva fenomeni di rallentamento o arresti di fermentazione. Imbottigliamo il Grignolino da marzo a giugno, e lasciamo le bottiglie in stoccaggio per altri due mesi. Per noi è un vino che esprime il massimo delle sue qualità organolettiche già nel prima anno di vita, per questo motivo non abbiamo altre annate in listino».

Grignolino, il rosso più antico delle colline piemontesi - Ultima modifica: 2023-07-13T16:44:56+02:00 da Paola Pagani

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