Dove il vino conquista nuove vette

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Giulia Zanotelli, assessore all'agricoltura della Provincia autonoma di Trento. A destra vigneti allo sbocco della Val di Cembra sulla Piana Rotaliana
Il Trentino vitivinicolo è presente in forze al padiglione 3 dell'edizione 55 di Vinitaly. All'alba della nuova programmazione Pac, con l'esordio del CSR, complemento allo Sviluppo Rurale, l’assessore Giulia Zanotelli spiega l’azione dell’amministrazione della Provincia autonoma per governare la crescita di un settore vitivinicolo che scala le fasce altimetriche e le classifiche dell’enologia mondiale

Sempre più in alto

La vitivinicoltura del Trentino scala le vette della qualità enologica mondiale e,centimetro dopo centimetro, complice il climate change, esplora nuove fasce altimetriche aumentando progressivamente di altitudine.

Un’evoluzione guidata e governata dall’amministrazione provinciale che, con la propria azione, punta a valorizzare sia i vini fermi che le bollicine di montagna, tutelando al contempo la ricca agrobiodiversità di questo territorio unico. All’alba della nuova programmazione, con l’avvio del complemento allo Sviluppo Rurale 2023-27, che porta in dote poco meno di 200 milioni di cofinanziamenti, facciamo il punto dell’azione politica provinciale in favore della filiera vitivinicola con Giulia Zanotelli, assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca.

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Dualismo tra versanti e fondovalle

Assessore, Il global warming sta rendendo più complessa la coltivazione della vite. Per il Trentino quali sono le prospettive?

Giulia Zanotelli

«Negli ultimi 10 anni, complice il cambiamento climatico – risponde Zanotelli - è aumentata la superficie di coltivazione della vite a quote comprese tra i 600 e gli 800 metri di altezza. La presenza della vite rimane ovviamente significativa nel fondovalle. Nello specifico, le zone Doc definite da delimitazioni geografiche, come ad esempio il Teroldego rotaliano, sono giocoforza limitate alle aree vallive definite dai disciplinari».

«La necessità di portare le uve in zone più ventilate e fresche per la produzione di Trento Doc è però evidente. Si sta peraltro osservando un aumento della superficie di Müller Turgau (Valle di Cembra) a quote più alte, con un significativo effetto sulla differenziazione dell’espressione territoriale di questo vitigno».

«Certo, rimane importante la coltivazione fino a 400 metri di altezza: l’obiettivo è di tutelare il ruolo delle tipiche varietà in fondovalle (come Pinot Grigio, Chardonnay e Teroldego) che condividono input e risorse con gli altri comparti produttivi». «L’impegno è quindi quello di continuare ad investire per garantire una gestione oculata ed efficiente delle risorse idriche destinate all’irrigazione, specialmente di fronte a periodi siccitosi come quello che stiamo vivendo».

«Intanto, si fa strada l’utilizzo di varietà resistenti e la ricerca di zone idonee alla produzione di Trento Doc con prodotti di alta qualità. Su questo fronte è decisivo il ruolo svolto da Fondazione Mach (Fem)».

La culla dell’innovazione

Fem che è da sempre un punto di riferimento per la sostenibilità della viticoltura trentina e ora anche un pilastro mondiale per le ricerche sulla genomica della vite.

«Sì, l’innovazione genetica è fondamentale per la crescita del settore. L’attività di ricerca si esprime in particolare nella creazione di varietà Piwi (resistenti ai funghi) quali Charvir, Valnosia, Termantis e Nermantis. I primi impianti risalgono al 2020 e dunque queste varietà – che occupano una superficie di circa 1,8 ettari - saranno produttive solo a partire dalla prossima vendemmia».

«Nell’ambito dello studio e della valorizzazione di nuove varietà resistenti, il Servizio politiche sviluppo rurale ha promosso un progetto per la valutazione enologica delle viti resistenti. Questa iniziativa, nell’ambito dei programmi di innovazione rurale del Psr, ha visto coinvolta la Fondazione Mach con il Consorzio innovazione vite e alcune cantine sociali e private del Trentino. Particolarmente interessante appare anche l’adesione del Consorzio Vini del Trentino al Sistema di qualità nazionale produzione integrata (Sqnpi) in nome e per conto dei propri soci viticoltori».

La carta della promozione

Attraverso Trentino Marketing la Provincia ha realizzato significativi investimenti sul fronte della promozione dei vini trentini, vi sono ancora spazi da coprire?

«Nel corso degli ultimi anni è stata dedicata particolare attenzione al settore vitivinicolo, potenziando azioni capaci di integrare una promozione che associ la qualità delle produzioni con quella del territorio che le esprime. Una strategia che punta anche a garantire un ulteriore sviluppo all’enoturismo, sul quale l’Assessorato all’Agricoltura si è impegnato fortemente, tanto da elaborare un regolamento ad hoc con gli operatori del settore».

«L’Amministrazione provinciale assicura inoltre il proprio sostegno alle aziende vitivinicole per favorire la loro partecipazione ad eventi di grande rilievo internazionale, quali Vinitaly e Prowein, ma ha anche garantito concreta vicinanza alle manifestazioni enologiche di valenza più locale».

«Di particolare rilievo, per la capacità espressa nel coniugare la promozione del territorio e quella delle produzioni, il primo TrentoDoc festival, che ha riscosso in autunno un grande successo di pubblico e un consistente rilievo mediatico. Con questo evento abbiamo completato un tassello importante per la valorizzazione di questo settore. Un esempio che ci consente di lavorare, in una logica di sistema, per elevare ulteriormente gli standard qualitativi delle iniziative già inserite nei programmi dei prossimi anni».

Ocm e Csr da integrare

Le misure dell’Ocm unica (promozione, restyling vigneti e investimenti) sono nel segno della continuità. Come si integreranno con gli interventi di sviluppo rurale, applicati ora con un meccanismo tutto nuovo e da rodare, dopo la nazionalizzazione del Psr?

«Proprio come sta avvenendo in questo ultimo scorcio di legislatura, è nostra intenzione continuare ad integrare gli interventi Ocm e Csr (Complemento allo sviluppo rurale) con quelli previsti dalla legge provinciale in materia, per garantire un approccio organico al settore».

«I fondi provinciali ci consentono di raggiungere in maniera efficiente ed efficace un maggior numero di imprese agricole, alla luce della complessità delle procedure per la gestione dei fondi comunitari. Per quanto riguarda Ocm e Csr, è importante integrare le due forme di intervento: questo sarà possibile anche alla luce del fatto che Appag subentrerà ad Agea nella gestione degli interventi dell’Ocm vino. Garantendo, come comune denominatore, la necessaria qualità e innovazione dei progetti finanziati».

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Gli approfondimenti all'interno dello speciale:

  • Dove il vino conquista nuove vette
  • La vitalità del Trentodoc
  • Segni caratteristici: nato in montagna
  • Incetta di medaglie
  • Giovani spumeggianti
  • Il miglior Sommellier è...
  • L'equilibrio virtuoso tra economia e ambiente
  • La sostenibilità è un lavoro di squadra
  • Vini del Trentino, la presentazione al Muse del Bilancio di Sostenibilità
  • Bio vs integrato

Leggi anche:

Nei vigneti eroici la simbiosi tra qualità e ambiente


IL TERRITORIO

Il Trentino è una zona viticola di montagna caratterizzata da una biodiversità microclimatica che determina una variabilità di cru ricchi di sfaccettature.

La pronta risposta alle sfide ambientali fornita da una coralità di produttori fortemente legati al territorio, assicura un’ampia gamma di vini identitari, dall’assoluto rigore sensoriale. I vigneti si dipanano dalla sponda più mite del Lago di Garda, per passare dai fondo valle e poi salire fino ai ripidi pendii delle aree dolomitiche.

Una viticoltura che si estende su una superficie che ammonta a più di 10.000 ettari, che comprende fasce climatiche e terreni molto diversi fra loro, e una ventina di vitigni che prosperano fra i 200 e i 1.000 metri di quota.

Dove il vino conquista nuove vette - Ultima modifica: 2023-03-28T11:46:56+02:00 da K4

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