Si aggiunge una tessera al puzzle normativo tratteggiato dal Testo unico del vino. è stato infatti firmato dal Ministro Teresa Bellanova il DM che disciplina la gestione e la distribuzione dei contrassegni di Stato per i vini Docg e Doc e, novità rispetto alla precedente impostazione normativa, dei sistemi di tracciabilità per i vini Doc e Igp.
Un decreto molto atteso dagli addetti ai lavori che completa un quadro solo parzialmente definito con l’emanazione del DM 2 agosto 2018, n. 7552, che ha introdotto il nuovo piano e le procedure di controllo dei vini Dop e Igp, e del DM 12 marzo 2019 che disciplina, per tali vini, l’iter di certificazione analitica e, limitatamente ai vini Dop, organolettica. Si chiude quindi il cerchio del sistema di certificazione dei vini territoriali che ritocca l’operatività degli organismi di certificazione e, laddove delegati da quest’ultimi per la gestione, il ritiro e la distribuzione delle fascette, dei Consorzi di tutela.
Quali novità rispetto alla precedente disciplina?
Confermato il monopolio
Nonostante la possibilità indicata nel Testo unico del vino rispetto alla potenziale operatività delle tipografie autorizzate, il DM attuativo non sposta la centralità dell’Ipzs (istituto poligrafico e Zecca dello Stato) nella stampa e nella consegna dei contrassegni di Stato dei vini Docg e Doc. L’affidamento dell’incarico alle tipografie autorizzate, sistema considerato alternativo dalla legge 12 dicembre 2016, n. 238, avrebbe potuto, a parere di taluni addetti ai lavori, accorciare i tempi della stampa e della prima distribuzione – iter che comunque dovrà concludersi entro 90 giorni dall’ordine all’Ipzs – ed incoraggiare un approccio maggiormente concorrenziale consentendo una tendenziale riduzione dei costi. Tuttavia il decreto, contrariamente a quanto stabilito dal precedente DM 19 aprile 2011 che prevedeva appositi comunicati pubblicati dall’IPZS, include i costi delle differenti versioni dei contrassegni di Stato – standard o personalizzati così come adesivi invece che in carta colla – applicando poi un minor costo unitario per ordinazioni che superano i 100 milioni di fascette.
In ogni caso, le nuove tariffe vanno a ridurre i costi a carico delle imprese vitivinicole da un minimo del 12% fino ad un massimo del 20% rispetto a quelli attualmente sostenuti dagli operatori.
Le altre novità
Accanto alla consegna delle fascette tenendo conto del quantitativo di vino già certificato, il decreto recentemente firmato introduce la possibilità per le imprese vitivinicole di ritirare uno stock di contrassegni corrispondente al quantitativo di vino atto a divenire Docg o Doc detenuto dall’imbottigliatore. L’obiettivo sarebbe quello di consegnare le fascette in maniera più rapida ed in anticipo rispetto alla conclusione dell’iter di certificazione, operazione che comunque deve essere tracciata dagli organismi di controllo o dai Consorzi delegati in appositi registri di carico e di distribuzione delle fascette nonché – ferme restando le sanzioni previste dal Testo unico del vino in caso di violazione degli obblighi previsti – nel registro telematico degli utilizzatori così da tracciare le singole operazioni di imbottigliamento.
Altra novità è relativa all’introduzione di un nuovo formato di contrassegno, di più piccole dimensioni, utile per rispondere alle necessità manifestate dalle imprese vitivinicole in relazione alla varietà dei formati delle bottiglie. Il DM inoltre, recependo una specifica disposizione della legge 12 dicembre 2016, n. 238 (articolo 48, comma 8) stabilisce le regole per mettere in atto, in maniera opzionale, il sistema di tracciabilità telematico per i vini confezionati Igt e Doc, in quest’ultimo caso alternativo all’applicazione delle fascette.
C’è tempo per i sistemi alternativi
I Consorzi di tutela o, in loro assenza, la Regione competente, dovranno decidere se utilizzare o meno il nuovo strumento di tracciabilità ideato per i vini Doc e, in particolare, Igt. Si tratta di un codice alfanumerico non seriale, da apporre in fase di imbottigliamento e di etichettatura dei recipienti, in grado di consentire l’identificazione della partita di vino immessa sul mercato nonché, per ciascuna partita, la capacità ed il numero dei recipienti. La distribuzione dei codici agli imbottigliatori, generati da provider che saranno inseriti in un elenco del Mipaaf, rimane, come nel caso dei contrassegni di Stato, in capo agli organismi di certificazione o, qualora delegati, ai Consorzi di tutela ma per il completamento del progetto occorre attendere: le specifiche tecniche e le funzionalità del sistema saranno indicate in un documento tecnico che il MiPAAF dovrà emanare entro un anno dalla pubblicazione del nuovo DM.
Di cosa si tratta
Il contrassegno, così come il riferimento al lotto nel caso dei vini doc, ha un ruolo fondamentale nella certificazione del vino assicurando il corretto funzionamento del sistema di tracciabilità fornendo al consumatore le necessarie garanzie sulla qualità del prodotto che acquista e consuma. Il nuovo manuale Edagricole «La nuova normativa vitivinicola: tracciabilità, semplificazione autocontrollo», presentando la riforma della normativa vitivicola introdotta dal Testo Unico del Vino, anticipa alcuni dei contenuti del decreto ministeriale sui contrassegni di Stato.
Chi c’è e chi manca
Rispetto al quadro delineato nel Testo unico del vino mancano alcune tessere del puzzle che dovranno nei prossimi mesi completare la disciplina nazionale di riferimento nel settore vitivinicolo.
In particolare, sul fronte dei vini territoriali, manca all’appello il DM che andrà a disciplinare – anche alla luce delle regole comunitarie riviste con l’entrata in vigore dei Reg. (Ue) 33 e 34/2019– la procedura nazionale di presentazione e di esame delle domande di protezione dei vini Dop e Igp e di modifica dei disciplinari, iter oggi affidato al DM 7 novembre 2012.
In attesa di aggiornamento anche il DM 13 agosto 2012 in tema di etichettatura e di presentazione dei vini Dop e Igp e il DM schedario viticolo: in entrambi i casi, al di là della necessità di dover recepire il Testo unico del vino, le regole europee che nel frattempo sono intervenute – nel primo caso il Reg. (Ue) 34/2019 e nel secondo caso i Reg. 273 e 274/2018 – hanno in alcuni casi introdotto nuovi principi e regole di cui tener conto nella fase di adeguamento del quadro normativo interno.
Per quanto riguarda invece i vigneti eroici o storici, è in attesa di emanazione lo schema di DM attuativo del Testo unico del vino che tuttavia ha raggiunto l’intesa nella Conferenza Stato-Regioni del 6 giugno 2019.