Da qualche anno a questa parte la tendenza a produrre vini sempre più morbidi è evidente e non sfugge certamente ai consumatori abituali e ai critici enologici. L’acidità diminuisce, il residuo zuccherino aumenta, la sensazione di stucchevolezza diventa un rischio palpabile fino a che, stanchi del gusto piatto dei nuovi prodotti, i consumatori si ribellano innescando l’inversione di tendenza. Come favorire e preservare un’acidità adeguata nel prodotto finito? In merito abbiamo sentito l’opinione dell’agronomo Diego Cortinovis e dell’enologo Enzo Michelet. Se stress idrico, potature verdi e nutrizione sono le criticità principali in vigneto, cui si aggiunge la necessità di porre attenzione alla pulizia della vendemmiatrice, in cantina sono da ritenere fasi cruciali la pressatura e la fermentazione alcolica, con differenze anche molto rilevanti in funzione del ceppo di lievito utilizzato. L’ARTICOLO COMPLETO E’ PUBBLICATO A PAGINA 55 DEL NUMERO 1/2017 DI VVQ (GENNAIO).
I fattori critici in vigneto e in cantina
La rivincita dell’acidità
A colloquio con l'agronomo e l'enologo