Dal 1° dicembre 2011 le bottiglie di Valpolicella Ripasso sono sigillate con la fascetta di Stato. Si tratta del raggiungimento di un’altra importante tappa, dopo l’ottenimento, lo scorso anno, della Doc. Anche se è divenuta denominazione d’origine controllata solo dal 2010, la storia del Ripasso parte da molto lontano. La tecnica enologica utilizzata, infatti, è di lunga ed esclusiva tradizione in Valpolicella; si ottiene dal ripasso del Valpolicella sulle vinacce fermentate delle uve appassite utilizzate per la produzione di Recioto o Amarone. Il Valpolicella ripasso risulta così più corposo e rotondo del Valpolicella, ma meno forte dell’Amarone: insomma un vino di carattere intenso e piacevole nello stesso tempo.Queste sue caratteristiche hanno portato ad accrescerne l’interesse nei consumatori di moltissimi Paesi del mondo, in modo particolare nel Nord Europa, nel Nord America ed in Russia. Questo ha convinto le cantine a triplicare la produzione dal 2007, primo anno di rilevazione ufficiale della produzione del Ripasso Valpolicella, al 2010. Nel 2011 il numero di bottiglie vendute supererà i 20 milioni. Dati questi che hanno spinto i produttori e, conseguentemente, il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella a scegliere di apporre il contrassegno di Stato, così da tutelare il prodotto dalle imitazioni, attraverso la tracciabilità di ogni bottiglia. Sempre nell’ottica di tutela dei vini della Valpolicella, nel corso degli ultimi quattro anni il Consorzio in collaborazione con la Camera di commercio di Verona ha intrapreso una serie di azioni nei mercati esteri, fra cui la registrazione dei marchi collettivi Amarone della Valpolicella, Recioto della Valpolicella e Valpolicella Ripasso. Il Valpolicella Ripasso è già stato registrato negli Stati Uniti, in Giappone, Argentina, Canada, Cile, India, Australia, Croazia, Ungheria, Polonia, Romania, Serbia, Montenegro, Sud Africa, mentre in Cina il nome è registrato come marchio in lingua cinese.