In un’intervista pubblicata sui social di Vinventions, la cantina trentina Pojer&Sandri racconta la scelta di chiusure tecniche in sughero e polimeri per una parte della sua produzione per eliminare i rischi connessi alla conservazione del vino.
“L’esperienza di questi 43 anni, assaggiando vecchie bottiglie storiche dell’azienda, ci ha fatto mettere in discussione l’utilizzo del tappo in sughero naturale. Il 50% delle bottiglie degustate dopo 10 anni dall’imbottigliamento risultava svanito o addirittura ossidato. La composizione purtroppo variabile del sughero compromette la qualità finale. Ecco l’esigenza di passare a chiusure alternative per evitare questo difetto”. A raccontare questa scelta di campo è Mario Pojer (nella foto), padre della cantina trentina Pojer&Sandri.
Non è solo il problema del sentore di tappo ad averlo spinto verso questa scelta: “Il problema del TCA nel nostro caso è stato risolto in quanto i tappi vengono testati prima di essere utilizzati già dal 1986. Abbiamo considerato la chiusura a vite ma nel nostro caso, essendo il mercato principale, quello italiano (75%) risulta difficile proporlo e farlo accettare. La chiusura tecnica, da sughero e da polimeri, risulta più performante”.
La decisione non ha avuto conseguenze negative sul mercato, anzi, sottolinea Pojer, “Già da sette/otto anni gran parte della produzione è tappata con chiusure alternative. Nessun riscontro negativo da parte della clientela. Addirittura sono arrivati complimenti di clienti molto importanti che hanno considerato la nostra scelta all’avanguardia, il problema del gusto di tappo o della bottiglia difettosa, anche per un sommelier in un ristorante diventa imbarazzante”.
Qui è possibile visualizzare l’intervista completa
L'intervista a Mario Pojer
Pojer&Sandri sceglie le chiusure alternative
"Il 50% delle nostre bottiglie con tappo sughero dopo 10 anni aveva problemi di ossidazione"