Vigne di Bellone sul colle Palatino

I primi filari di Bellone impiantati nell'area del Palatino
Anche Roma avrà il suo vigneto urbano. Un progetto del parco archeologico del Colosseo assieme all’azienda Cincinnato di Cori (Lt) riporta la storica varietà autoctona laziale laddove era coltivata fino a pochi secoli fa

Nasce un piccolo vigneto nel cuore di Roma, all’ombra del Colosseo, sul colle Palatino.

Le prime barbatelle sono state piantate nei giorni scorsi grazie a una collaborazione tra la cantina cooperativa Cincinnato, nome storico di Cori (Latina) e il Parco Archeologico del Colosseo.

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Ficus Olea et Vitis

Sono vigne di Bellone, piantate a fine aprile e che andranno in produzione tra non meno di tre anni. Il vino però non sarà in vendita. Considerata “attività moralmente più degna del cittadino romano” l’agricoltura fu rappresentata, fin dall’antichità, da Ficus Olea et Vitis. Con le barbatelle della varietà Bellone si va dunque a completare la celebrazione del valore culturale ed etico del lavoro della terra e il suo antichissimo legame storico e ambientale con l’area del Parco Archeologico del Colosseo.

Agricoltura e archeologia a braccetto nell'area del Parco del Colosseo

Vigne di nome e ora anche di fatto

Il progetto vuole infatti esaltare il legame culturale ed etico che l’area mantiene con le origini agricole della civiltà romana. Il grande valore assegnato al lavoro della terra era d’altronde già ben presente nell’area, tanto che il Parco Archeologico da tempo ha attivato il progetto “PArCo Green” per focalizzare l’attenzione sul ruolo di scrigno della biodiversità dei 40 ettari verdi al suo interno.

Ne fanno parte le iniziative “L’olio del PArCo” (con la produzione del “Palatinum”, olio EVO da 189 piante di ulivo in collaborazione con Coldiretti e OP Latium) e “GRABees”, installazione di arnie in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale Comitato Mura Latine e produzione del miele “Ambrosia del Palatino”.
D’altronde il Parco è ricco di testimonianze storiche e archeologiche e vede la presenza nella toponomastica di aree definite “vigna” nel senso esteso del termine, quindi a coltura mista, con una documentata presenza di vigneti. Ad esempio la “Vigna Barberini” prende il nome dalla famiglia romana che nel XVII secolo deteneva la proprietà dell’area: vede al suo interno diverse piante da frutto a cominciare dal “ficus ruminalis” legato alle origini di Roma, che faranno da cornice al vigneto appena piantato. L’idea di veder spuntare grappoli d’uva sul Palatino rientra nella promozione del paesaggio storico come valore culturale che va ad aggiungersi alle bellezze del Parco Archeologico del Colosseo.

Giovanna Trisorio e Nazzareno Milita dell'azienda Cincinnato, motore vitienologico del progetto di vigneto urbano a Roma

La vocazione agricola del colle Palatino

«Tutto il Colle Palatino, come documentano le indagini archeologiche e le carte storiche, venne utilizzato per attività agricole nel basso medioevo e successivamente con il declino degli Orti farnesiani, dando vita agli orti denominati vigne in cui erano presenti, oltre le viti, alberi da frutto e ortaggi – spiega Gabriella Strano, architetto paesaggista del Parco -. La scelta di piantare le barbatelle di Bellone riprende quanto ci tramanda Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia in racconta dell’uva Pantastica, un antichissimo vitigno autoctono laziale da cui deriva il Bellone, noto anche come vino Cacchione».
«Per noi coltivare Bellone sul Palatino significa contribuire a produrre non solo vino ma soprattutto cultura – sottolinea Nazzareno Milita, presidente dell’azienda vitivinicola Cincinnato -».

La dedizione di Cincinnato

«Viviamo come un legame indissolubile il nostro rapporto con Roma e la civiltà che essa rappresenta, in particolare con le sue origini agricole, per questo la possibilità di partecipare ad un progetto così importante come quello portato avanti dal Parco Archeologico del Colosseo ci ha riempiti di entusiasmo».

«Abbiamo preso il nome di Cincinnato – conclude Milita – per onorare il famoso politico romano che, una volta completato il suo incarico governativo, tornò alle sue occupazioni rurali proprio a Cori, dove c’è la nostra cantina e dove ci sono le vigne dei nostri soci, a soli 60 km da Roma».
«Dal punto di vista tecnico – aggiunge Giovanna Trisorio, responsabile marketing di Cincinnato – siamo contenti che sia stato scelto il Bellone perché è il vitigno più identitario per le nostre uve bianche, ne produciamo infatti ben sei tipologie che vanno dagli spumanti al passito, mentre il Nero Buono, originario proprio di Cori, lo è per le nostre uve rosse. Il lavoro sarà svolto manualmente per impattare il meno possibile sull’area, i pali di sostegno sono in castagno, la produzione sarà in regime biologico e non è previsto nessun sistema di irrigazione. Un impianto simile a quelli di inizio Novecento, pensato soprattutto per fare cultura ed educare».

Vigne di Bellone sul colle Palatino - Ultima modifica: 2021-06-16T11:31:34+02:00 da Lorenzo Tosi

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