Nanizzanti, per impianti a forte densità in terreni con fertilità medio-alta

STAR 50 e STAR 74, i due nuovi portinnesti selezionati all’Università di Bologna

Vanno a colmare un vuoto nel panorama vivaistico del nostro Paese

Il Mipaaf ha approvato l’omologazione e l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite di due nuovi portinnesti americo-americani in grado di ridurre la vigoria delle viti innestate. I due portinnesti, denominati STAR 50 (nella foto) e STAR 74, sono il risultato di un ampio programma di miglioramento genetico, iniziato negli anni ’90 dal prof. Cesare Intrieri e dai suoi collaboratori presso l’allora Cattedra di Viticoltura dell’Università di Bologna. Le ricerche partivano dal presupposto che dopo i portinnesti ottenuti da valenti ricercatori italiani (Cosmo, Ferrari, Grimaldi, Paulsen, Pirovano, Ruggeri, ecc.) tra la fine dell’800 e gli anni ’30 del ‘900, nel nostro paese era stata trascurata la creazione di soggetti nuovi, che accanto agli irrinunciabili vantaggi della resistenza alla fillossera al calcare e alla siccità, potessero avere anche altri interessanti requisiti, quali in particolare una buona capacità nanizzante. Già dagli anni ’70, cioè dal periodo di massima espansione della viticoltura, gran parte degli impianti erano infatti dislocati in terreni con fertilità medio-alta. In tali condizioni la maggioranza dei soggetti commerciali determinava nelle viti innestate una notevole vigoria, ulteriormente esaltata dal risanamento da virus giustamente imposto dalla legislazione viticola sulla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione. Una ulteriore spinta verso cultivar portainnesto meno vigorose si è successivamente evidenziata nell’evoluzione della moderna impiantistica dopo gli anni ‘90, in cui i nuovi vigneti, molto più fitti di quelli del passato, richiedevano piante con una crescita vegetativa ed una produttività più equilibrate per ridurre la densità della vegetazione e limitare alcuni costosi interventi tecnici, quali le cimature ripetute, le defogliazioni ed il diradamento dei grappoli. Il controllo della vigoria è progressivamente divenuto sempre più importante anche per aumentare la sostenibilità della coltura, perché avrebbe potuto ridurre la necessità di trattamenti fitosanitari, migliorato lo stato sanitario delle uve e limitato la perdita di acqua. Considerato quanto sopra, il programma di miglioramento genetico condotto presso l’Università di Bologna prevedeva che accanto alla creazione di centinaia di semenzali provenienti da vari incroci tra specie diverse di viti americane, fosse incluso anche l’ottenimento di accessioni ottenute tramite processi di autofecondazione (inbreeding), poiché è noto che l’autofecondazione tende a ridurre la vigoria delle piante figlie. Gli individui ottenuti per inbreeding, qualora provvisti delle altre caratteristiche essenziali per essere usati come portinnesti per la Vitis vinifera, avrebbero potuto trasmettere la loro capacità nanizzante alle piante innestate. Nell’ambito del progetto furono quindi valutati con particolare attenzione i semenzali ottenuti per autofecondazione di una varietà americo-americana, denominata “Binova” (V. berlandieri X V. riparia), caratterizzata da fiori ermafroditi, che a sua volta era stata selezionata in Germania come mutazione del portainnesto SO4. Durante le prove di serra e di pieno campo, condotte per quasi un ventennio, due accessioni derivanti dall’inbreeding del “Binova” (quelle appunto denominate STAR 50 e STAR 74), dimostrarono di possedere una buona capacità di radicazione, un’ottima affinità con la vite europea STARe caratteristiche analoghe a quelle dei migliori portinnesti commerciali in termini di adattabilità a terreni calcarei non irrigui. STAR 50 e STAR 74 furono però selezionati anche sulla base della loro attitudine ad esercitare sulle piante innestate una equilibrata azione “nanizzante” senza comprometterne la capacità produttiva e qualitativa. STAR 50 e STAR 74, vanno quindi a coprire un a coprire un vuoto nel panorama vivaistico viticolo del nostro Paese, dove tra i portinnesti commerciali non erano fino ad oggi presenti individui da utilizzare per impianti a forte densità in terreni con fertilità medio-alta Informazioni più dettagliate in argomento possono essere trovate in un articolo di Intrieri, Filippetti e Allegro, pubblicato su VQ, n. 6, novembre2013, pagine 32-35. Leggi l’articolo

STAR 50 e STAR 74, i due nuovi portinnesti selezionati all’Università di Bologna - Ultima modifica: 2014-06-12T01:00:47+02:00 da Redazione

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