Il coraggio di Autochtona

Autochtona alla fiera di Bolzano dal 19 al 20 ottobre
Via alla 17° edizione di Autochtona. A Bolzano il più grande premio dedicato ai vitigni autoctoni italiani con 550 etichette di vini da varietà locali di ogni regione italiana

Ci prova la Ribona delle Marche, vitigno bianco antichissimo dei Colli Maceratesi.

Cercano la ribalta vitigni reliquia bianchi siciliani come CutreraRecunu e Rucignola.

Puntano a uscire dalle ristrette zone di produzione dove erano rimasti gioco forza confinati l’Alionza emiliana, BoscheraDorona e Recantina del Veneto, l’Ucelut del Friuli-Venezia Giulia, il Maturano del Lazio, Pollera e Barsaglina della Toscana, il Caricalasino (Barbera bianca) del Piemonte.

L’esempio del Lagrein

Vini da varietà rigorosamente autoctone. Rarità enologiche che a Bolzano vogliono seguire l’esempio del Lagrein, vitigno altoatesino da cui oggi si producono vini rossi richiestissimi in Italia e all’estero.

In mezzo alla rarefazione enologica prodotta dal lockdown e dall’emergenza sanitaria, Autochtona ha il coraggio di non mollare. Il tradizionale appuntamento, dedicato ai vini da vitigni autoctoni, organizzato da Fruitecom presso la Fiera di Bolzano, conferma anche quest’anno il ruolo del capoluogo altoatesino come punto di incontro tra vini e produttori provenienti da ogni regione italiana.

In prima linea contro l’erosione genetica

Saranno 550 le etichette di 350 vigneron presenti da domani 19 ottobre a martedì 20 alla 17° edizione di una manifestazione che ha puntato su una modalità originale per raccontare i vini italiani, valorizzando lo sforzo secolare dei produttori del Belpaese, in prima linea contro l’erosione genetica e l’omologazione del gusto.

Un premio ambito

A contendersi il premio per il miglior autoctono del 2020, attribuito da una giuria internazionale, ci saranno vini da vitigni ormai famosi, veri e propri pilastri della viticoltura italiana come NebbioloBarberaSangioveseAglianico, TrebbianoVermentino e Verdicchio. Si confronteranno con outsider già usciti dalla nicchia grazie a manifestazioni come Autochtona ovvero il Lagrein dell'Alto Adige/Sùdtirol, il Timorasso dei Colli Tortonesi, il Nerello Mascalese e il Carricante dell'Etna o, ancora, il Pecorino - sia nella versione marchigiana che abruzzese. Insieme a loro, un nutrito gruppo di varietà come quelle che abbiamo elencato all’inizio di questo articolo, legate a piccolissimi areali, che in alcuni casi hanno rischiato l'estinzione.

Una biodiversità da valorizzare

Una biodiversità, quella presente in Italia, che nel corso degli anni è stata scoperta, apprezzata e valorizzata anche da molti wine writer e degustatori di fama internazionale, che a Bolzano hanno sempre fatto parte della giuria che assegna gli Autochtona Award.

«In Italia -ammette Darrel Joseph, giornalista storico collaboratore di riviste come Decanter e Wine Spectator - è presente una diversità che rappresenta una grande opportunità».

«Un viaggiatore del gusto, grazie a un patrimonio di questo tipo, può soddisfare il suo desiderio di sperimentazione non fermandosi alle varietà più conosciute».

«È come uno chef  - è la metafora di Joseph - che cucina non soltanto con pochi ingredienti tradizionali, ma anche con altri ingredienti locali poco, o per nulla, conosciuti».

Vitigni autoctoni, una passione che contagia l’America

Ma la passione per i vitigni autoctoni italiani nel corso degli anni ha messo radici in molti paesi esteri, non solo all'interno delle carte dei vini di ristoranti ed enoteche, ma anche in vigna. Lo afferma, ad esempio, Christy Canterbury, una delle sette donne Master of Wine degli Stati Uniti, già presidente della giuria del premio Autochtona.

Christy Canterbury ad Autochtona

«I viticoltori americani – racconta Canterbury - stanno piantando numerose varietà italiane nei loro vigneti. Non più solo Sangiovese, Nebbiolo e un po' di Barbera, ma anche Friulano, Pallagrello Bianco, Refosco e tanti altri».

Ma perché i viticoltori stanno scommettendo su questi vitigni? «Perché sono straordinariamente unici: i vitigni autoctoni italiani stanno rendendo i momenti conviviali legati al vino differenti rispetto al passato, più originali e autentici».

L’impatto dell’emergenza

L'edizione 2020 di Autochtona avrà come momento saliente l'assegnazione degli Autochtona Award nelle categorie "Miglior Vino Bianco", "Miglior Vino Rosato", "Miglior Vino Rosso", "Migliori Bollicine", "Miglior Vino Dolce". Oltre ai premi speciali "Terroir", "Spirito diVino" e "Miglior Vignaiolo Under 40", altri tre premi, all'interno della sezione Tasting Lagrein, saranno riservati ai vini prodotti con questo vitigno autoctono a bacca rossa dell'Alto Adige nelle categorie "Rosato", "Classico" e "Riserva".

La notizia dell’ultima ora è purtroppo la necessità di non aprire al pubblico presente il banco assaggio a causa del ritorno dell’emergenza sanitaria.

Ma il vino sta trovando altri modi per coinvolgere i suoi appassionati e anche ad Autochtona ci penseranno i racconti dei produttori e degli esperti ad accedere i sensi dei visitatori.

AUTOCHTONA 2020 | 17^ edizione , per info:

www.autochtona.it

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www.twitter.com/Autochtona

Il coraggio di Autochtona - Ultima modifica: 2020-10-18T14:49:22+02:00 da Lorenzo Tosi

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