Più di 200 viticoltori oggi alla FEM per l'incontro sulla viticoltura biologica

Viticoltura bio: il punto alla Fondazione Edmund Mach

Un'attenzione particolare per il Planococcus ficus

La viticoltura biologica è stata al centro dell’incontro che si è svolto oggi, 11 agosto 2016, presso l’aula magna della Fondazione Edmund Mach, nell’ambito della giornata tecnica biologica organizzata in collaborazione con il Centro di sperimentazione agricola e forestale di Laimburg. L’evento ha registrato una massiccia partecipazione di viticoltori, accorsi in più di 200 per conoscere da vicino gli esiti delle sperimentazioni condotte dall’Unità agricoltura biologica del Centro Trasferimento Tecnologico nel settore viticolo biologico. Luisa Mattedi, Roberto Zanzotti, Roberto Lucin, Gaja Boscheri hanno trattato il tema della difesa della vite, in particolare le strategie di lotta contro la peronospora e il contenimento di Planococcus ficus, la cocciniglia che danneggia la vite. L’incontro ha previsto l’illustrazione delle prove in aula magna e la visita alle parcelle sperimentali. Si è parlato dell’andamento della peronospora in Trentino nel 2016 e dei risultati dei confronti eseguiti in prove parcellari a S. Michele, dove sono messi in confronto dosaggi diversi di rame e prodotti alternativi a questo metallo. In particolare sono stati testati due estratti vegetali, uno a base di equiseto e uno a base di oli estratti da bucce di agrumi. Nelle prove è stata confermata l’efficacia di bassi dosaggi di rame, purché distribuiti tempestivamente prima delle piogge infettanti, mentre per i prodotti alternativi i risultati sono meno evidenti e richiedono altre conferme. I tecnici hanno parlato anche di peronospora nell’ambito delle prove condotte in laboratorio con infezioni artificiali in condizioni controllate. Spazio poi alla situazione fitosanitaria riscontrata nelle aziende biologiche sparse sul territorio e seguite dal servizio di consulenza tecnica della FEM. La situazione fitosanitaria nel campione delle aziende controllata appare discreta sia riguardo il contenimento delle patologie che per la qualità dell’uva. Come sempre saranno comunque determinanti le settimane immediatamente precedenti la vendemmia per definire nel dettagli aspetti qualitativi e quantitativi delle uve. L’ultimo intervento ha riguardato una patologia emergente anche in Trentino, il Planococcus ficus, una cocciniglia che oltre a determinare danni diretti su vegetazione e grappolo, costituiti da imbrattamento da melata e fumaggini, crea preoccupazione anche come vettore di virosi e causa indiretta di sviluppo di tossine (ocratossine). Contro questo pericoloso fitofago, comparso solo di recente nei nostri vigneti e che in passato era diffuso solo nelle regioni meridionali, i viticoltori biologici hanno a disposizione il lancio di insetti utili e, in prospettiva, la confusione sessuale. Il controllo di Planococcus viene affrontato esclusivamente con pratiche di controllo biologico, che non inquinano il vigneto e l’ambiente e non comportano l’utilizzo di insetticidi di sintesi, peraltro vietati in agricoltura biologica. Considerato l’andamento stagionale critico, nel complesso il quadro che emerge dal mondo dei viticoltori biologici appare quindi abbastanza positivo, con un discreto controllo delle patologie e uno stato delle uve positivo sia per quantità che per qualità.

Viticoltura bio: il punto alla Fondazione Edmund Mach - Ultima modifica: 2016-08-11T15:00:26+02:00 da Redazione

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